Carlo Ederle

Carlo Ederle
NascitaVerona, 29 maggio 1892
MorteZenson di Piave, 4 dicembre 1917
Cause della mortecaduto in combattimento
Luogo di sepolturaCimitero di Verona
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armataRegio Esercito
CorpoArtiglieria
Anni di servizio1913-1917
GradoMaggiore
GuerrePrima guerra mondiale
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Militare di Artiglieria e Genio di Torino
Pubblicazionivedi qui
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Carlo Ederle (Verona, 29 maggio 1892Zenson di Piave, 4 dicembre 1917) è stato un militare italiano. Pluridecorato ufficiale d'artiglieria del Regio Esercito durante la prima guerra mondiale, cadde in combattimento nel dicembre del 1917, venendo insignito della Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.

Biografia

Nacque a Verona il 29 maggio 1892,[1] maggiore dei sei figli di Albino Ederle e Adele Caviola, e frequentò il Regio Ginnasio Liceo "Scipione Maffei" e in seguito la Facoltà di Ingegneria dell'Università di Padova. La sua grande passione per la vita militare lo portò tuttavia a iscriversi alla Regia Accademia Militare di Artiglieria e Genio di Torino da dove uscì nel 1912 con il grado di sottotenente d'artiglieria. Frequentò poi la Scuola di applicazione per ingegneri presso l'Università degli Studi di Padova, dando alcuni esami.[2] Nominato tenente nell'ottobre 1913, fu assegnato all'8º Reggimento artiglieria da campagna di stanza a Verona, pubblicando nel frattempo parecchi studi di argomento militare.[3] Nell'aprile del 1915 fu promosso al grado di Capitano, assegnato al 320º Reggimento d'artiglieria.[2]

La prima guerra mondiale

Con l'entrata in guerra del Regno d'Italia, il 24 maggio 1915, Carlo Ederle, combatté dapprima in Cadore, prestando successivamente servizio presso il Centro sperimentale di artiglieria di Ciriè (Torino).[2] Con il prosieguo della guerra presentò domanda per ritornare al fronte, riprendendo servizio sul Carso.[4] presenziando sempre in prima linea a totale sprezzo pericolo. Ferito gravemente a una spalla nel corso del 1916, nel dicembre dello stesso anno, fu designato dal generale Nobili a dirigere il tiro di controbatteria delle artiglierie della 3ª Armata.[1] A tale scopo costituì in seguito un gruppo di Osservatori d'Armata[1] allo scopo di studiare le mosse del nemico e di fornire indicazioni utili ai comandi. Il 2 febbraio del 1917 venne insignito personalmente dal comandante dell'esercito francese, generale Robert Georges Nivelle, della Croce di guerra.[2] Ferito nuovamente nel maggio 1917, il 6 agosto dello stesso anno fu promosso al grado di maggiore.[1] In seguito alla disfatta di Caporetto organizzò la ritirata e il ripiegamento dei reparti d'artiglieria della 3ª Armata sulla linea del Tagliamento.[2] Il pomeriggio del 4 dicembre 1917,[1] mentre seguiva un'azione militare della fanteria italiana a Zenson di Piave, una pallottola di mitragliatrice lo colpì mortalmente al collo, tranciandogli l'arteria carotide.[1]

Il 23 gennaio 1918 il re Vittorio Emanuele III gli conferì motu proprio la Medaglia d'oro al valor militare[1] alla memoria. Il 12 novembre dello stesso anno l'Università di Padova gli conferì la laurea ad honorem in Ingegneria. Sepolto dapprima nel cimitero di Melma (Silea), non distante dal Piave, le spoglie mortali furono in seguito traslate il 4 dicembre 1921 nel famedio BENEFICIS IN PATRIAM del Cimitero Monumentale di Verona.[2]

A lui sono state intitolate numerose vie a Roma, Verona, Bonavigo, Grezzana e altre città, aule universitarie, caserme[5], scuole e monumenti. Tra questi ultimi segnaliamo quello scolpito in un masso di granito del Carso, del peso di 17 tonnellate, donato dagli Artiglieri in congedo e collocato a Verona in via Carlo Ederle a cura e con l'assistenza delle truppe americane del Comando SETAF il 17 maggio 1959.

Onorificenze

Italiane

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Capo degli osservatori d'artiglieria della terza Armata, era solito a superare ogni limite di sacrificio e di ardimento, sia nell'assolvere ai suoi particolari compiti, sia nel partecipare, di propria iniziativa, alle azioni di fanteria, fante per i fanti, compagno incomparabile tra inferiori ed uguali, animatore di uomini e di masse. Tre volte ferito, e tre volte decorato di medaglia d'argento al valore, encomiato solennemente una volta, per altre ricompense proposto, per merito di guerra assunto giovanissimo al grado di Maggiore, vivacissimo, forte, generoso, la morte sfidata ed apprezzata in trenta mesi di fulgide prove, nel giorno di Santa Barbara, durante un'azione, spezzava la sua giovinezza, simbolo di leggendario eroismo.»
— Carso, ottobre 1915-Piave, 4 dicembre 1917.
— 23 gennaio 1918
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Cooperava, in modo particolarmente distinto, al buon esito di un'azione offensiva, e, sprezzante del pericolo, durante quattro mesi di lotta, spiegava contegno prudente, distinto e coraggioso, tale da eccitare l'emulazione al valore tra i suoi compagni d'arme e da infondere nei suoi inferiori fermezza, abnegazione e coraggio. Ferito mentre osservava e dirigeva il tiro, continuava ad attendere, con mirabile calma e coraggio alla sua missione.»
— Alture del Carso, 8 novembre 1915-gennaio, marzo 1916.
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Quale ufficiale capo osservatore e informatore del comando d'artiglieria divisionale, esponendosi mediate ardite ricognizioni al pericolo fra le trincee avversarie e le testate dei nostri approcci, contribuiva, con la sua intelligente attiva azione, alla riuscita delle operazioni, e, benchè ferito, seguitava il suo fino al termine di esso.»
— Carso, 29 giugno 1916.
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Sotto l'imperversare del fuoco nemico, con tenacia pari al suo grande coraggio, del quale aveva dato e dà continue prove, stabiliva osservatorii sulle nuove posizioni nell'atto stesso dell'avanzata, e rendeva importanti servizi comunicando precise e continue notizie.»
— Pecinka, 1°-12 novembre 1916.
Avanzamento per merito di guerra - nastrino per uniforme ordinaria
Avanzamento per merito di guerra

Straniere

Pubblicazioni

  • Le artiglierie semoventi, sul Politecnico, Milano, 1915.
  • La gittata delle moderne artiglierie, sul Politecnico, Milano, 1915.
  • La guerra d'oggi e l'artiglieria di domani, sulla Rivista militare italiana, Roma, 1915.
  • Navi da guerra e batterie costiere, sulla Rivista militare italiana, Roma, 1915.

Note

  1. ^ a b c d e f g Acerbi 2003, p. 247.
  2. ^ a b c d e f Magnani 1924, p. 180.
  3. ^ In quel periodo tenne numerose conferenze agli allievi della Scuola di applicazione d'artiglieria di Torino, compiendo studi sulla difesa alpina italiana e sulle piazzeforti di La Spezia e di Venezia.
  4. ^ Per le sue gesta eroiche ivi dimostrate fu soprannominato La guida del Carso
  5. ^ Una a Cagliari e una a Vicenza.

Bibliografia

  • Antonio Acerbi, La Chiesa e l'Italia: per una storia dei loro rapporti negli ultimi due secoli, Milano, Vita e Pensiero, 2003, ISBN 88-343-1017-9.
  • Alberto Cavaciocchi, Andrea Ungari, Gli italiani in guerra, Milano, Ugo Mursia Editore s.r.l., 2014.
  • Guglielmo Ederle, Carlo Ederle. Medaglia d'oro, Verona, Scuola Tipografica Padri Stimatini, 1962.
  • Carlo Montù, Storia della artiglieria italiana Vol.IV, Roma, Rivista d'artiglieria e genio, 1948.
  • Antonio Magnani, Fiamme d'eroismo, Roma, Tipografia operaia romana, 1924.

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