Camilla Gonzaga (1488-1529)

Camilla Gonzaga
Marchesa consorte di Atripalda
Stemma
Stemma
In carica1518 - 1529
NascitaBozzolo, 1488
MorteAtripalda, 1529
DinastiaGonzaga
PadreGianfrancesco Gonzaga
MadreAntonia del Balzo
ConsorteAlfonso Granai Castriota
FigliIsabella, Giovanni, Antonio, Camilla, Costantino
Religionecattolica

Camilla Gonzaga (Bozzolo, 1488Atripalda, 1529) è stata una nobildonna italiana, contessa della linea Gonzaga di Sabbioneta e Bozzolo e per matrimonio marchesa consorte di Atripalda.

Biografia

Era figlia del conte Gianfrancesco Gonzaga e di Antonia del Balzo, figlia di Pirro del Balzo, duca di Andria e principe di Altamura e di Maria Donata Orsini del Balzo († 1485).[1] Sua zia Isabella del Balzo era moglie del re Federico I di Napoli.

Discendenza

Sposò nel 1518 di Alfonso Granai Castriota (?-1544), marchese di Atripalda, dal quale ebbe:

  • Isabella, sposò Francesco Acquaviva d’Aragona, 3º Duca di Nardò
  • Giovanni, premorto al padre
  • Antonio (?-1549), marchese di Atripalda dal 1544
  • Camilla, sposò nel 1557 Ferrante Caracciolo, 4º Duca di Martina
  • Costantino, Cavaliere dell'Ordine di San Giovanni di Gerusalemme.

Ascendenza

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Gianfrancesco Gonzaga Francesco I Gonzaga  
 
Margherita Malatesta  
Ludovico II Gonzaga  
Paola Malatesta Malatesta IV Malatesta  
 
Elisabetta da Varano  
Gianfrancesco Gonzaga  
Giovanni l'Alchimista Federico I di Brandeburgo  
 
Elisabetta di Baviera-Landshut  
Barbara di Brandeburgo  
Barbara di Sassonia-Wittenberg Rodolfo III di Sassonia-Wittenberg  
 
Barbara di Legnica  
Camilla Gonzaga  
Francesco II del Balzo Guglielmo del Balzo  
 
Anna Brunforte  
Pirro del Balzo  
Sancia di Chiaromonte Tristano di Chiaromonte  
 
Caterina di Taranto  
Antonia del Balzo  
Gabriele Orsini del Balzo Raimondo Orsini del Balzo  
 
Maria d'Enghien  
Maria Donata Orsini  
Giovanna Caracciolo Sergianni Caracciolo  
 
Caterina Filangieri  
 

Celebrazioni

Il poeta Matteo Bandello ha dedicato a Camilla Gonzaga la Novella VII della Prima parte (1554).[2]

Note

Bibliografia