Camerte
Camerte (in latino Camers) è un personaggio dell'Eneide di Virgilio, menzionato, in due passi del poema, tra i più importanti nemici italici dei Troiani sbarcati nel Lazio. Stranamente non viene fatto il suo nome nel libro settimo, in occasione del catalogo dei partecipanti alla guerra. Il mitoNel decimo libro il poeta presenta Camerte come giovane e biondo figlio del rutulo Volcente, nonché potentissimo signore della città di Amyclae: Camerte è infatti tra i vari sovrani italici menzionati nel poema quello col regno dalla maggior estensione territoriale. Il re viene ucciso in battaglia da Enea con un colpo di spada, al termine di un lungo inseguimento. "Protinus Antaeum et Lucam, prima agmina Turni, (Eneide, testo latino, libro X, vv. 561-70) "Poi insegue Anteo e Luca, che in prima fila combattono (traduzione di Francesco Della Corte) Nel dodicesimo libro invece Virgilio scrive che Giuturna, la ninfa sorella di Turno, assume le sembianze di Camerte per spronare i Rutuli a rompere la tregua che essi avevano stipulato con Enea; il re amiclano dunque risulterebbe stranamente ancora in vita, il che contrasta con quanto affermato dal poeta nel libro decimo. Forse si deve intendere che Giuturna vuole impressionare positivamente gli italici con un evento miracoloso, fingendo di essere non già Camerte in carne e ossa ma lo spirito dell'eroe, ritornato temporaneamente sulla terra per volere divino. "Quem simul ac Iuturna soror crebrescere vidit (Eneide, testo latino, libro XII, vv.222-28) "Tale una languidezza rimirando, (traduzione di Annibal Caro) BibliografiaFonti antiche
Fonti moderne
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