Calliope (strumento musicale)La calliope o organo a vapore è uno strumento musicale che produce il suono in via pneumatica, inoculando un gas (al principio vapore, in seguito aria compressa) in grandi trombe acustiche o sirene. È dotata di grande potenza sonora e perfino alcuni piccoli modelli sono udibili per chilometri. La calliope non permette variazioni di timbro o di dinamica, ed esegue musica solo attraverso l'altezza e il valore delle note. Lo strumento può essere azionato tanto da un esecutore umano, per mezzo di una tastiera, quanto da un cilindro chiodato, e può funzionare pertanto come un automa.[1][2][3][4] StoriaLa calliope fu brevettata da Joshua C. Stoddard di Worcester il 9 ottobre 1855, sotto la descrizione di «impianto per produrre musica mediante vapore o aria compressa».[5] La paternità dell'invenzione è però dibattuta e rivendicata anche in capo all'impiegato Arthur S. Denny, che l'avrebbe concepita nel 1850.[2][3] Nell'era del vapore dopo la rivoluzione industriale, lo strumento fu in voga sui battelli fluviali, nei circhi e nelle fiere,[2][3] dove esistevano fonti di vapore già disponibili per altri scopi: nei battelli per le caldaie a propulsione, nei circhi per giostre o locomobili.[1][4] Questi ultimi potevano anche erogare energia elettrica per l'illuminazione e trainare la calliope nella sfilata circense, che lo strumento tradizionalmente chiudeva. Altre calliopi da circo erano però autosufficienti: esse venivano montate su un carro intagliato, dipinto e dorato trainato da cavalli. Gli strumenti a vapore possedevano spesso tastiere d'ottone, scelta dettata sia dalla maggior resistenza al calore e all'umidità,[4] sia da motivi estetici soddisfatti dalla lucentezza dei tasti. La maggior parte delle calliopi scomparve verso la metà del XX secolo, quando il vapore fu sostituito da altre fonti d'energia. Venuta meno la disponibilità di quei tecnici che un tempo erano procurati da miniere e ferrovie, mancò la manodopera per tenere in funzione le caldaie. Solo poche calliopi sopravvivono e suonano di rado. Usi e riferimenti contemporaneiMusica leggera
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