CLARITYCLARITY (acronimo di Clear, Lipid-exchanged, Anatomically Rigid, Imaging/immunostaining compatible, Tissue hYdrogel, così come citato dai suoi inventori), è una tecnica di preparazione di campioni istologici messa a punto da un team della School of Medicine della Stanford University, in una ricerca multidisciplinare finanziata dai National Institutes of Health, diretta da Karl Deisseroth e condotta da un'équipe di neuroscienziati, psichiatri, ingegneri e informatici: K. Chung, S. Kim, K.A. Zalocusky, J.H. Mattis, V. Gradinaru, S. Kalyanasundaram, S.M. Pak, C. Ramakrishnan, J.J. Mirzabekov, K. Deisseroth.[1] In seguito sono stati pubblicati studi che hanno fatto uso della metodologia CLARITY per costruire ibridi gel-tessuti a base di acrilammide all'interno di tessuti per un migliore accesso ottico e molecole: tra questi studi vi sono stati quelli su cervelli umani affetti da sindrome di Alzheimer[2], su midollo spinale di topi[3], su modelli animali per la sclerosi multipla[4] e metodi di microscopia tra cui l'espansione e il gonfiaggio di tessuti per l'uso nella microscopia confocale[5] e nella light sheet microscopy migliorata attraverso la tecnica CLARITY (CLARITY Optimized Light-sheet Microscope, o COLM)[6]. TecnicaLa tecnica consente di rimuovere completamente il substrato lipidico presente nel cervello sostituendolo con un gel a base di varie componenti, tra cui acrilammide, bisacrilammide e formaldeide. La tecnica permette di ottenere, come risultato, la completa trasparenza rispetto alla luce dell'intero cervello. Il "lavaggio" del reticolo lipidico, opaco alla luce, e la sua sostituzione con un gel trasparente, rende completamente visibili le struttura cerebrali, pur preservandone l'integrità, in modo da poterle studiare con un dettaglio mai raggiunto se non attraverso pesanti biopsie[7]. Tentativi del genere erano già stati fatti in passato, ma i solventi usati creavano problemi nell'utilizzazione delle tecniche di fluorescenza impiegate nella norma per evidenziare le cellule e le strutture anatomiche[7]. La visibilità delle struttura consente una mappatura del cervello fino al livello molecolare, permette ai ricercatori di individuare "dove si trova un certo neurotrasmettitore, o dove un certo gene viene espresso"[7]. Essa permette di apprezzare le strutture più fini del tessuto biologico, lasciando inalterate le strutture su larga scala, a differenza di quanto accade con tecniche tradizionali, come il sezionamento in sottilissime fettine del cervello (microtomia). Sebbene messa a punto per i tessuti cerebrali, la tecnica può essere estesa ai costituenti di altri organi del corpo o a tessuti patologici, come, ad esempio, i tessuti neoplastici[7]. Note
Bibliografia
Voci correlateCollegamenti esterni
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