Bruto Bruti
Bruto Bruti (San Ginesio, 26 gennaio 1835 – Montefiore dell'Aso, 12 febbraio 1918) è stato un generale italiano, che fu Comandante generale dell'Arma dei Carabinieri del Regno d'Italia dal 16 luglio 1897 al 16 febbraio 1900. BiografiaNacque a San Ginesio, il 26 gennaio 1835, figlio di Raffaele.[1] Dopo la fine della prima guerra d'indipendenza italiana e il ristabilimento dell'autorità del Papa a Roma suo padre, di idee apertamente liberali, dovette lasciare lo Stato pontificio e rifugiarsi, esule, nel Granducato di Toscana.[2] Stabilitosi a Firenze il padre, di idee liberali, ma formazione aristocratica, gli affidò come precettore il futuro vescovo Concetto Focacetti.[2] Arruolatosi poi come volontario nell'artiglieria da campo dell'esercito del Granducato, all'età di quattordici anni fu ammesso a frequentare la Scuola militare a Firenze, da cui uscì all'età nel 1856 con il grado di sottotenente e una laurea in matematica.[1] Prese parte alla seconda guerra d'indipendenza italiana come luogotenente del battaglione volontari piemontesi, e dopo l'inizio dell'unificazione nazionale il 27 febbraio 1860, da poco promosso al grado di capitano, fu ammesso dopo l'annessione del Granducato di Toscana al Regno d'Italia nel neocostituito Regio Esercito.[1] Partecipò alle operazioni durante la Campagna piemontese in Italia centrale e meridionale, venendo decorato con una medaglia d'argento al valor militare.[1][2] Nel 1866 partecipò alla terza guerra d'indipendenza italiana combattendo nella battaglia di Custoza, dove fu decorato con una medaglia di bronzo al valor militare.[1] Maggiore dei bersaglieri il 14 gennaio 1869, divenne tenente colonnello comandante del 2º Reggimento fanteria il 25 febbraio 1877, e colonnello comandante del 69º Reggimento fanteria l'8 novembre 1880.[1] Il 2 gennaio 1881 passò al comando del 6º Reggimento bersaglieri, e nel 1883 si distinse nelle operazioni di soccorso alla popolazione di Casamicciola colpita dal terremoto, e poi ai colpiti dall'epidemia di colera in Sicilia nel 1885.[2] Divenuto colonnello brigadiere il 28 aprile 1887 assunse il comando della Brigata Venezia, e il 2 ottobre dello stesso anno fu promosso maggiore generale.[1] Ispettore generale dei bersaglieri dal 17 dicembre 1891, fu promosso tenente generale l'8 marzo 1894.[1] Assunse il comando della Divisione militare di Chieti il 13 gennaio 1895, e fu nominato Comandante generale dell'Arma dei Carabinieri il 16 luglio 1897, ricoprendo tale incarico sino al 16 febbraio 1900, quando fu posto in posizione ausiliaria.[1] Venne collocato nella riserva il 19 marzo 1903, e si spense nella sua tenuta di Montefiore dell'Aso il 12 febbraio 1918.[1] Onorificenze«Campagna della bassa Italia 1860»
«Custoza, 24 giugno 1866.»
— Regio Decreto 24 giugno 1888.
NoteBibliografia
Voci correlateCollegamenti esterni
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