British Shipbuilders
British Shipbuilders (BS) fu una società pubblica che controllò l'industria della cantieristica navale nel Regno Unito dal 1977 agli anni ottanta. La sede era alla Benton House di Newcastle upon Tyne. StoriaLa società fu fondata come risultato dell'Aircraft and Shipbuilding Industries Act 1977, che nazionalizzò 27 cantieri navali e compagnie di ingegneria britanniche. Altre 6 società di riparazioni navali e un ulteriore cantiere furono in seguito acquisite, portando British Shipbuilders a comprendere 32 cantieri navali, 6 officine meccaniche e 6 altri stabilimenti di produzione. Collettivamente British Shipbuilders comprendeva il 97% della capacità produttiva del regno unito per la cantieristica navale mercantile, il 100% di quella militare, il 100% della produzione di motori marini a bassi giri e circa il 50% delle riparazioni navali. Harland & Wolff, l'unico cantiere navale nell'Irlanda del Nord, fu reputato un caso politico particolare e quindi rimase fuori da British Shipbuilders, anche se dal 1977 divenne anch'esso controllato dallo stato. Lo stesso provvediento nazionalizzò anche le tre maggiori industrie aerospaziali britanniche e le raggruppò in una società analoga, la British Aerospace. Leadership e organizzazioneIl primo presidente di British Shipbuilders, in servizio dal 1977 al 1980, fu l'ammiraglio Sir Anthony Griffin. Fu succeduto da Sir Robert Atkinson, a cui a sua volta subentrò Graham Day nel 1984 e poi Phillip Hares nel 1986. L'ultimo presidente operativo fu John Lister, che prese ufficio nel 1987, continuando in carica fino al 1989.[1][2] La società fu inizialmente organizzata in quattro divisioni: mercantile, militare, riparazioni e ingegneria marittima e generale. Nel 1980 fu ristrutturata in cinque divisioni commerciali: costruzioni mercantili, costruzioni militari, ingegneria, riparazioni navali e offshore. PrivatizzazionePer la fine del 1982 British Shipbuilders aveva chiuso la metà dei cantieri per ridurre la sovracapacità produttiva. I termini del British Shipbuilders Act 1983 richiedevano alla società di iniziare il processo di privatizzazione delle proprietà rimaste. Le varie divisioni che erano rimaste sotto proprietà integrata dello stato furono dismesse durante gli anni 80 mentre la società terminava le operazioni. I profittabili cantieri di costruzioni navali militari furono venduti per primi, seguiti dai cantieri mercantili che venivano venduti o chiusi pezzo a pezzo, culminando con la vendita di Govan Shipbuilders a Kværner nel 1988 e nel gennaio 1989 di Ferguson Shipbuilders alla recentemente privatizzata Clark Kincaid. British Shipbuilders cessò definitivamente le operazioni di costruzione nel 1989, con la chiusura degli ultimi cantieri, i cantieri di Pallion e Southwick di North East Shipbuilders Ltd. Le rimanenti proprietà di North East Shipbuilders Ltd. furono quindi privatizzate. AbolizioneBritish Shipbuilders continuò ad esistere come una società di comodo, per poter essere considerata per tutto il passivo accumulato nella la sua storia operativa[3], fino alla sua abolizione, nel 2013[4], come parte delle riforme governative delle entità pubbliche del 2010. Dal marzo 2013 tutti i passivi di British Shipbuilders passarono al dipartimento del commercio, dell'innovazione e delle competenze. Entità controllate da British ShipbuildersLe proprietà controllate dalle seguenti aziende furono riversate in British Shipbuilders il 1 settembre 1977. Cantieri e riparazioni navali
Manifattura di motori diesel marini
Nota: Harland and Wolff, di Belfast, fu controllata dallo stato ma non fece mai parte di British Shipbuilders. Privatizzazione
Note
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