Braun TP1
«Penso che, per gli anni in cui uscì sul mercato, questo fu un prodotto veramente innovativo. In un'ottica retrospettiva, mi piace definirlo come "il primo Walkman."» La TP1 è una apparecchiatura radio e giradischi alimentata a batteria, progettata da Dieter Rams nel 1959. L'oggetto adotta la filosofia minimale e funzionalista di Rams, con un aspetto pulito e semplice che sarà punto di partenza dei suoi successivi progetti per la Braun. Ha vinto il premio Supreme Award a Londra nel 1961[2]. StoriaLa Braun intraprende nel periodo post bellico una collaborazione con la scuola di Ulm per sviluppare prodotti con una nuova filosofia di pensiero e di impresa per condurre la Germania verso una nuova modernità. È in questo contesto - incentrata su principi di modularità, linee pulite, sottrazione piuttosto che addizione - che Rams si trova a lavorare. Nel 1961 dopo sette anni di lavoro in Braun, Rams diventa il capo della sezione design dell'azienda ed è in quest'anno che vede la luce il progetto della radio fonografo portatile. Il nome TP1 deriva dalle iniziali delle due componenti: T per radio a transistor e P per phonograph (giradischi). Originariamente il progetto nasce per risolvere un problema personale del designer stesso: in quel periodo stava imparando l'inglese e gli avrebbe fatto piacere poter ascoltare le lezioni anche nei suoi frequenti viaggi.[3] Il prodotto riflette bene il progresso nella miniaturizzazione dei componenti elettronici dell'epoca cominciata negli anni cinquanta, infatti nello stesso anno la Sony commercializzò il televisore più piccolo del mondo fino a quell'anno[4]. DescrizioneCaratteristiche tecnicheL'oggetto complessivo è in realtà composto da due elementi: una radio e un giradischi. La radio è completamente funzionante in modo autonomo attraverso presenta il comando ON/OFF, il regolatore di volume, il selettore di frequenza radio. Il giradischi può riprodurre i 45 giri: abbassando la leva frontale il rettangolo metallico scivola via esponendo la testina di lettura e infine attiva il mandrino (formato da una piastra metallica circolare piatta con un bordo in gomma nera e un centro cilindrico rialzato) per far girare il vinile; per poter sentire la musica il giradischi deve essere collegato da un cavo jack maschio-maschio alla radio su cui sono presenti gli speaker.
MaterialiI due componenti principali della TP1 sono realizzati in polistirene stampato a compressione; il fonografo è avvolto posteriormente e lateralmente da un'unica lastra di alluminio piegato che, oltre a dare rigidità, serve per l'alloggiamento della radio. Infine, una correggia in pelle è utilizzabile per trasportare l'oggetto o per appenderlo al muro. SistemaIl sistema creato da Rams è molto interessante, perché al giradischi P1 è possibile affiancare anche le radio T3 e T41 (altre variazioni della T4), progettate sempre da Rams per la Braun, che presentano le stesse dimensioni; questo crea un sistema rivoluzionario e unico nel suo genere per l'epoca. Componenti plasticheCromatiche La radio TP1 è caratterizzata dalla predominanza dei colori bianco e grigio, caratteristica che pervade tutta la produzione di Dieter Rams per Braun fino al 1965: tutti i prodotti realizzati dal designer tedesco in questo periodo vedono infatti l'utilizzo prevalente di bianco e grigio, l'uso di altri colori è impiegato solo per particolari pulsanti in modo da mettere questi ultimi in assoluto rilievo e mantenere una linearità visiva assoluta. Eidetiche La Tp1 è progettata e realizzata con forme principalmente squadrate e rettangolari dettate dalla prevalenza di linee rette e spigolose. Sono presenti anche delle forme circolari. É evidente quindi come il designer abbia voluto dare al prodotto un design chiaro richiamando alla mente concetti come la purezza delle linee e la semplicità. Topologiche Nell’oggetto le componenti e i vuoti sono posizionati tramite giochi di allineamenti, proiezioni e ripetizioni di figure rettangolari e circolari in proporzione aurea tra loro. Nella vista frontale la radio stessa è inscritta quasi perfettamente in un rettangolo aureo, la cui divisione ulteriore in quadrato e rettangolo definisce i due moduli di cui è composto l’oggetto. InterpretazioneCostruzione geometricaLa vista frontale dell’oggetto si basa su di un quadrato (riportato in figura con lato a x a) sormontato da un rettangolo, il cui lato inferiore, b, è in proporzione aurea con il lato del quadrato stesso. Se a questo rettangolo è sottratto superiormente un altro rettangolo il cui lato inferiore coincide con il sesto quadrato della proporzione aurea (in figura il lato g) si trova l’altezza della radio a transistor. Il mandrino si trova esattamente nell'incrocio tra la diagonale del quadrato e un ideale arco che unisce gli angoli apposti a quelli della diagonale facendo centro in quello superiore. Quest’ultimo e i fori per l’audio sono descritti dalla stessa circonferenza di diametro f. Anche il vano rettangolare adiacente al mandrino segue la proporzione aurea (in figura c+d x c, dove c / d = φ) e la sua posizione è studiata in base ad allineamenti con le circonferenze circostanti. IpercodificaLa TP1 presenta elementi riconoscibili e collegati all'esperienza dell'utente, quali la radio e il giradischi. Sono presenti quindi riferimenti culturali già esistenti che vengono aggregati andando a costituire il prodotto finale. La TP1 può considerarsi perciò, utilizzando come riferimento la terminologia di Umberto Eco contenuta nel suo "Trattato di Semiotica Generale"[5], un oggetto ipercodificato, ossia un artefatto che è composto da elementi che hanno una funzione specifica, assimilata nell'esperienza e nel sapere comune. ValorizzazioneNonostante la radio TP1 presenti valori prettamente pratici come la funzionalità, la compattezza, la trasportabilità e il minimalismo[6], nella sua progettazione è anche stata ricercata una sintesi massima delle forme portando all'esaltazione di valori esistenziali quali l'innovazione e l'ideale di vita frenetica che porta con sé l'uso di tale oggetto. Dunque, secondo la teoria semiotica di Jean-Marie Floch, la radio TP1 può essere considerata un termine complesso in quanto coesistono valorizzazione pratica e valorizzazione utopica.[7] Note
Bibliografia
Voci correlateCollegamenti esterni
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