Forma colonie incrostanti, di consistenza gelatinosa, lunghe sino a 5 cm e larghe circa 2 cm. Gli zooidi, lunghi 2–3 mm, sono aggregati in ciuffi da 3 a 16 individui disposti in cerchio attorno a un'apertura cloacale comune, assumendo una tipica forma a fiore o a stella. La colorazione è estremamente variabile: si va dal bianco al nero, passando per l'arancio, il rosso, il marrone, il verde e il viola.
Può essere confusa con Botrylloides leachii, le cui colonie hanno però in genere forma più allungata e nastriforme.
Distribuzione e habitat
È una specie invasiva che negli ultimi 100 anni ha esteso notevolmente il suo areale: è presente su entrambe le sponde dell'Atlantico, dal Maine alla Florida sul versante orientale e dalle isole Faroe sino al Portogallo sul versante occidentale, nonché nel mar Mediterraneo e nel mar Nero.
Cresce su fondali rocciosi, alghe e spesso anche su substrati artificiali (moli, banchine, cime).
Si sviluppa ottimalmente a basse profondità ma è possibile reperirla sino a 100 metri di profondità.
Riproduzione
Si riproduce, sia per via sessuale sia per gemmazione durante tutto l'anno, con un picco di attività riproduttiva nel periodo dall'autunno alla primavera.
Comportamenti sociali
Si sviluppa partendo da larve planctoniche che si bloccano su scogli e si riproducono asessualmente, costituendo in tal modo una colonia omogenea, sia dal punto di vista genetico sia strutturalmente. Talvolta può succedere che due colonie cerchino di mescolarsi; nel caso le larve siano uguali da un punto di vista genetico allora la fusione risulta possibile, altrimenti la colonia ospitante produce sostanze tossiche atte a respingere l'intruso.[1]
Note
^ David W. Pfenning e Paul W. Sherman, Riconoscere i parenti, in Le Scienze 1995; 324: 75.
Bibliografia
Egidio Trainito, Atlante di flora e fauna del Mediterraneo, 2004ª ed., Milano, Il Castello, 2004, ISBN88-8039-395-2.
Mojetta A., Ghisotti A, Flora e Fauna del Mediterraneo, Mondadori, 2003, ISBN88-04-38574-X.