Borinage (film)
Borinage (indicato anche col titolo Misère au Borinage) è un film muto del 1933 diretto da Joris Ivens e Henri Storck. TramaNel 1932 in Belgio, dopo la quinta diminuzione del salario dei minatori in meno di due anni, un grande sciopero paralizza le miniere di carbone per due lunghissimi mesi dal 6 luglio al 4 settembre 1932. Lo sciopero sarà poi duramente represso.[1]. Il documentario descrive le condizioni degli operai e delle loro famiglie. La struttura si compone di una serie di sequenze narrative autonome:
episodi di solidarietà tra i lavoratori e riunioni organizzative;
Origine dell'operaQuando Henry Storck rientrò in Belgio dopo aver lavorato in Francia come assistente per Jean Grémillon e come assistente e attore per Jean Vigo, grandi scioperi scoppiano nel Borinage. Denis Marion, André Thirifays e Pierre Vermeylen, animatori del Club de l'Écran di Bruxelles domandano al cineasta di realizzare insieme a Joris Ivens un film documentario sullo sciopero. Tempi e luoghi delle riprese
Accoglienza criticaIl film incontrò grandi difficoltà di distribuzione e fu sottoposto a divieti e censure. Testimonianza dei registi(FR)
«Ma première impression fut si sombre en arrivant dans le Borinage que j’ai d’abord pensé qu’il était impossible de faire un film. Même la nature me parut à l’image de cette misère humaine...Le Borinage était l’exemple parfait de l’injustice capitaliste... Malgré la grève perdue, malgré les expulsions et les menaces, les mineurs étaient à nouveau prêts à se battre pour obtenir le droit au charbon. Comment filmer une expulsion ? C’était impossible. Les maisons d’habitation appartenaient aux compagnies. Après la grève, les mineurs en avaient été chassés et il nous fallait reconstituer. D’un autre coté, nous eûmes la chance de filmer des scènes authentiques, comme celle où le jeune homme donne sa paie à sa mère à la fin de la semaine... Au cours de ces semaines passées dans le Borinage, nous avons vécu très près des mineurs... Le film que nous avions entrepris devenait de plus en plus leur film... Notre vision esthétique subit, elle aussi, le contrecoup de cette réalité... Chaque plan devait dire ’j’accuse’ et non ’je compatis’... Ce style dépouillé au possible, presque contemplatif, fut pour la presse bourgeoise le prétexte de se déchaîner contre le film et contre moi...» (IT)
«La mia prima impressione fu così triste arrivando nel Borinage che dapprima pensai che sarebbe stato impossibile fare un film. Persino la natura mi parve assomigliare a quella miseria umana...Il Borinage era l'esempio perfetto dell'ingiustizia capitalista...Malgrado lo sciopero fallito, malgrado i licenziamenti e le minacce, i minatori erano di nuovo pronti a battersi per ottenere il diritto al carbone. Come filmare un licenziamento? Era impossibile. Le case d'abitazione appartenevano alle Compagnie. Dopo lo sciopero, i minatori ne erano stati cacciati via e dovevamo ricostituirle. D'altra parte noi avemmo la fortuna di filmare scene autentiche, come quella in cui il ragazzo consegna la sua paga alla madre alla fine della settimana...Durante quelle settimane trascorse nel Borinage, noi abbiamo vissuto molto vicino ai minatori...Il film che avevamo iniziato diventava sempre più il loro film...La nostra visione estetica subì, anch'essa, il contraccolpo di quella realtà. Ogni inquadratura doveva dire "io accuso" e non "io compatisco"...Lo stile assolutamente spoglio, quasi contemplativo, fu per la stampa borghese il pretesto per scagliarsi contro il film e contro di me.» "Qualsiasi tipo di estetica ci sembrava indecente. La nostra mdp non era altro che un grido di rivolta" (Henri Storck). NoteBibliografia
Collegamenti esterni
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