Biblioteca dell'Accademia della Crusca
La Biblioteca dell'Accademia della Crusca di Firenze, è la maggior biblioteca italiana di linguistica e storia della lingua italiana.[1] StoriaIl primo fondo librario documentato dell'Accademia della Crusca, che ha oggi sede nella quattrocentesca Villa Medicea di Castello, risale alla seconda metà del Seicento, ma tutti i libri da allora accumulati passarono nel 1783 alla Magliabechiana, quando Pietro Leopoldo decise di accorpare le tre accademie fiorentine (della Crusca, Fiorentina e degli Apatisti), in una nuova istituzione, l'Accademia Fiorentina.[2] Il primo esplicito riferimento alla biblioteca della Crusca è comunque del 3 agosto 1813, contenuto nel nuovo Regolamento interno dell'Accademia. Tra i bibliotecari ottocenteschi, vanno almeno ricordate le figure di Giovanni Lessi, Francesco Fontani, Antonio Targioni Tozzetti, Antonio Zannoni.[3] Nel marzo del 1943 i manoscritti, gli incunaboli ed i libri rari vennero preparati per la spedizione alla Soprintendenza bibliografica toscana, allo scopo di preservarli dai possibili bombardamenti.[4] Terminato il conflitto, l'incremento delle raccolte fu abbastanza lento. Quando nel 1954 l'Accademia riprese nuovamente il compito di predisporre il Vocabolario, la biblioteca ricevette necessariamente nuovo impulso. Essa venne « organizzata in sezioni e dotata di un nuovo catalogo, mentre l'incremento del patrimonio librario fu volto a completare il fondo di dizionari (italiani, stranieri, dialettali), indici lessicali, concordanze e atlanti linguistici; a costituire un fondo di linguistica generale mediante l'acquisto di testi teorici di lessicografia e lessicologia; a completare il corpus dei testi letterari ed anche scientifici e tecnici oggetto della propria attenzione lessicografica e lessicologica ».[3] La forte crescita del patrimonio doveva avvenire però soprattutto grazie a importanti donazioni di librerie private da parte di insigni studiosi. Nel 1964, giunse in dono il Fondo Pietro Pancrazi, comprendente oltre 8.000 volumi appartenuti al noto critico e romanziere toscano.[3] Nel 1975 arrivò il Fondo Francesco Pagliai, costituito da qualche centinaio di volumi ed opuscoli relativi quasi esclusivamente ad Ugo Foscolo.[3] L'anno successivo, venne ad arricchire le collezioni il Fondo Bruno Migliorini, formato da circa 10.000 tra libri ed estratti costituenti lo strumento di lavoro del grande critico e linguista.[3] Nel 1987 pervennero le carte dell'insigne filologo Giorgio Pasquali, costituite da quaderni di appunti, manoscritti di articoli, ritagli stampa, lettere.[3] Nel 1992, donato dallo stesso proprietario, iniziò a formarsi il Fondo Alberto Chiari, oggi ricco di 5.000 volumi del linguista e filologo.[5] Nel 2002 la biblioteca ha poi ricevuto il Fondo Gabriella Giacomelli, costituito dalla raccolta libraria e dalle carte personali della dialettologa.[6] PatrimonioAttualmente la Biblioteca conserva circa 147 manoscritti, 41 incunaboli, 122.000 volumi, 780 riviste, di cui 410 correnti.[7] Nel patrimonio librario è inoltre compresa una collezione unica al mondo, che adorna le pareti della sala centrale della Biblioteca: il Fondo dei Citati, cioè le 1.729 opere che gli Accademici citarono nelle cinque edizioni del Vocabolario; in altre parole, i testi ritenuti dagli accademici della Crusca "costitutivi" della lingua italiana.[8] Note
Bibliografia
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