Biancaneve - E vissero felici e contenti

Biancaneve - E vissero felici e contenti
Biancaneve in una scena del film
Titolo originaleHappily Ever After - Snow White's Greatest Adventure
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno1989
Durata75 min
Genereanimazione
RegiaJohn Howley
SoggettoJacob Grimm e Wilhelm Grimm (fiaba)
SceneggiaturaMartha Moran, Robby London
ProduttoreLou Scheimer, Milton Verret
Produttore esecutivoErika Scheimer, Robby London
Casa di produzioneFilmation
Distribuzione in italianoCecchi Gori Group
MontaggioJoe Gall, Jeffrey C. Patch, Rick Gehr
MusicheFrank Becker
Doppiatori originali
Doppiatori italiani

Biancaneve - E vissero felici e contenti (Happily Ever After - Snow White's Greatest Adventure) è un film musicale d'animazione del 1989 diretto da John Howley e prodotto dalla Filmation.

La storia è una continuazione della fiaba Biancaneve dei fratelli Grimm. Biancaneve e il principe sono tuttavia gli unici personaggi della fiaba originale a comparire anche nel film. La pellicola è scollegata dallo speciale natalizio Buon Natale Biancaneve, precedentemente prodotto dalla Filmation.

Trama

Biancaneve e il Principe Azzurro si preparano a sposarsi dopo la sconfitta della regina cattiva, quando il fratello di quest'ultima, lo stregone Lord Malizia, apprende della sua morte dallo specchio magico e giura vendetta. Biancaneve e il Principe vengono quindi attaccati da Malizia, trasformatosi in un gigantesco uccello: lo stregone cattura il Principe, mentre Biancaneve riesce a fuggire nel bosco e raggiungere la casetta dei Sette Nani dove tuttavia non trova i suoi vecchi amici, ma le Sette Nane loro cugine, trasferitesi nella loro casetta dopo che questi hanno aperto una nuova miniera altrove. Le Nane decidono comunque di aiutare Biancaneve, e la portano da Madre Natura, della quale sono aiutanti.

Arrivate da Madre Natura, quest'ultima tuttavia rimprovera le Nane: ella ha infatti regalato loro dei poteri magici, ma questi vengono usati impropriamente; se non dimostreranno di farne buon uso, per punizione lei glieli toglierà. Malizia sferra un attacco a sorpresa, ma Madre Natura contrattacca facendolo tornare alla sua forma umana; prima di sparire, Malizia informa Biancaneve che il principe è prigioniero nel suo castello. Biancaneve e le Nane si recano al castello di Malizia nel Regno della Cattiva Sorte, incontrando lungo la strada l'Uomo Ombra, un misterioso essere incappucciato; col suo aiuto, Biancaneve e le Nane sconfiggono gli sgherri di Malizia.

Dopo molte avventure, Malizia riesce a catturare Biancaneve e a portarla nel suo castello; per salvarla, le Nane vi si intrufolano e respingono gli scagnozzi di Malizia. Intanto Biancaneve si riunisce con il Principe, che tuttavia inizia a comportarsi in modo strano e la conduce attraverso un passaggio segreto per scappare. Biancaneve capisce che in realtà il Principe è Lord Malizia, trasformato per magia: lo stregone tenta di tramutarla in pietra per mezzo di un mantello magico; l'Uomo Ombra corre in suo aiuto, ma viene sopraffatto e apparentemente ucciso da Malizia.

Mentre tenta nuovamente di pietrificare Biancaneve, Malizia viene attaccato dalle Sette Nane, che tuttavia finiscono pietrificate. L'unica a salvarsi è Fulminella, che finalmente riprende il controllo dei suoi poteri e colpisce Malizia con un fulmine; Biancaneve ne approfitta per gettargli addosso il mantello e pietrificarlo, sconfiggendolo definitivamente. Le Nane tornano in vita, mentre Biancaneve piange l'Uomo Ombra, credendo di aver perso sia lui che il Principe; all'improvviso, l'Uomo Ombra si risveglia e si trasforma nel Principe: Malizia gli aveva tolto la bellezza con un incantesimo, ma lui ha continuato a vegliare su di lei durante il suo viaggio.

Biancaneve e il Principe sono finalmente pronti per il matrimonio, al quale vengono invitate anche le Sette Nane; Madre Natura, inoltre, permette loro di mantenere i poteri magici, avendo dimostrato di essere capaci di usarli correttamente. Biancaneve e il Principe sono quindi felici e vanno incontro al loro lieto fine.

Produzione

Il film entrò in produzione nel 1986[1] e fu completato nel 1988.[2]

Ai personaggi prestarono la voce attori di grido come Irene Cara (nel ruolo di Biancaneve, in uno dei primi casi di color-blind casting), Edward Asner, Zsa Zsa Gábor, Tracey Ullman, Malcolm McDowell.

Alcuni dei titoli inizialmente scelti per il film erano: Snow White and the Realm of Doom, Snow White in the Land of Doom e Snow White and the Seven Dwarfelles. La Disney costrinse tuttavia la Filmation a mutarlo in Happily Ever After - Snow White's Greatest Adventure, lasciando il nome della protagonista nel sottotitolo per non dare l'idea che si trattasse di un seguito del lungometraggio Disney. I sette nani vennero inoltre sostituiti dalle loro cugine, così da non dover creare delle "copie" dei nani della Disney, che avrebbero molto probabilmente deluso le aspettative del pubblico.[3] Alcuni dei gadget per il film vennero comunque rilasciati sotto il titolo di Snow White in the Land of Doom.

Filmation aveva precedentemente pensato di creare una serie di sequel dei Classici Disney, ma solo questo film e I sogni di Pinocchio del 1987 furono completati.

Colonna sonora

Tracce

  1. The Baddest (musica di Ashley Hall, con testo di Stephanie Tyrell) - interprete: Edward Asner
  2. Thunderella's Song (musica di Richard Kerr, con testo di Stephanie Tyrell) - interprete: Tracey Ullman
  3. Mother Nature's Song (musica di Barry Mann, con testo di Stephanie Tyrell) - interprete: Phyllis Diller
  4. Love is the Reason (musica e testo di John Lewis Parker) - interprete: Irene Cara

Distribuzione

Diverse concause ritardarono l'uscita del film. Debuttò nelle Filippine il 30 giugno 1989 con il titolo Snow White: The Adventure Continues.[4] Negli USA sarebbe dovuto uscire nel giugno 1990.[1] Ma a causa di diverse controversie legali legate sia alla casa di distribuzione che alla Disney, la pellicola arrivò nei cinema statunitensi solo il 28 maggio 1993 per la First National, in concomitanza con l'ottava redistribuzione cinematografica del lungometraggio Disney.[2] Nelle sale italiane il film arriva il 10 novembre 1989 distribuito da Cecchi Gori Group.[5]

Date di uscita

Le date di uscita internazionali sono state:

Edizione italiana

L'edizione italiana è doppiata da CDC sotto la direzione di Flaminia Jandolo e con dialoghi di Alberto Piferi. Le canzoni vennero lasciate in inglese sottotitolate, mentre Love is the Reason fu lasciata in versione strumentale.

Edizioni home video

Negli Stati Uniti il film fu edito in VHS e in Laserdisc per la Worldvision. Successivamente è stato distribuito in DVD dalla 20th Century Fox Home Entertainment in un'edizione censurata, nella quale alcune fugaci scene di violenza sono state goffamente "mascherate" tramite dei fermo immagine, degli zoom, o reinserendo scene tratte da altre parti del film.

In Italia Cecchi Gori distribuì il film anche in VHS nel 1990 tramite RCS; mentre in DVD è stato distribuito da Memory Technology sotto vari nomi, e da Quadrifoglio, nella versione Fox censurata.

Accoglienza

La critica non diede un giudizio favorevole sul film, lamentando la trama dozzinale e l'animazione quasi amatoriale. La domanda principale era se il film fosse tecnicamente un seguito del lungometraggio Disney o no. Nel tentativo di salvare la pellicola, la distribuzione commercializzò anche una linea di bambole e giocattoli prodotti dall'azienda Lucky Bell ritraenti i personaggi del film, alcuni dei quali furono distribuiti gratuitamente da McDonald's con l'Happy Meal. Nel 1991 era anche stata pianificata l'uscita di un videogioco per Nintendo Entertainment System, che rimase però inedito. Una nuova versione per Super Nintendo venne finalmente rilasciata un anno dopo l'uscita del film. Ma in fin dei conti, Happily Ever After fu scarsamente apprezzato anche dal pubblico, con un incasso al botteghino di soli 3.299.382 dollari.[6]

Note

  1. ^ a b (EN) Douglas L. McCall, Film Cartoons: A Guide to 20th Century American Animated Features and Shorts, McFarland, 11 settembre 2015, ISBN 978-1-4766-0966-9. URL consultato il 6 luglio 2022.
  2. ^ a b (EN) Facebook, Twitter, Show more sharing options, Facebook, Twitter, LinkedIn, Someday the Film Will Come, su Los Angeles Times, 17 maggio 1993. URL consultato il 2 luglio 2022.
  3. ^ (EN) Non-Disney 'Snow White' Sequel Has Unhappy Box-Office Opening, su AP NEWS. URL consultato il 2 luglio 2022.
  4. ^ Manila Standard - Google News Archive Search, su news.google.com. URL consultato il 27 giugno 2022.
  5. ^ Prime visioni, in l'Unità, 10 novembre 1989, p. 22.
  6. ^ AFI|Catalog, su catalog.afi.com. URL consultato il 2 luglio 2022.

Collegamenti esterni