Benjamin LayBenjamin Lay (26 gennaio 1682 – 3 febbraio 1759) è stato un attivista inglese, considerato il primo abolizionista moderno[1]. BiografiaDi religione quacchera, emigrò nel 1731 nelle colonie americane. Come Thomas Tryon – al quale si rifaceva direttamente – era stato mercante nei Caraibi, cercando di battersi contro lo schiavismo.[1] Proseguì le sue battaglie in Pennsylvania, dove si dedicò all'apicoltura e alla coltivazione di ortaggi e canapa, impegnandosi anche a diffondere il vegetarianismo con gesti eclatanti. Lay non consumava cibi né indossava abiti che fossero costati la vita agli animali o che derivassero dal lavoro degli schiavi.[1] I compagni quaccheri di Lay lo soprannominarono Irrepressible Prophet («profeta incontenibile»).[2] Le efferatezze verso gli schiavi africani di cui era stato testimone nel periodo in cui viveva alle Barbados lo spinsero, nel 1738 – quarant’anni prima che nel mondo anglo-americano emergesse un vero movimento anti-schiavista – a pubblicare All Slave-keepers that keep the Innocent in Bondage, Apostates,[3] pamphlet in cui chiedeva la fine immediata e incondizionata della schiavitù in tutto il mondo.[4] Note
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