La teoria più comune è che il nome Agnāw, come Gnawa, derivi dalla parola berbera che indica le persone di colore.[1] Questo poteva significare la porta che guardava verso sud, verso l'Africa subsahariana.[2] Altre fonti contestano ciò e traducono il termine Agnāw con una parola berbera che significa l'ariete muto, senza corna.[1][2]
La porta è chiamata anche Bab al-Kohl (la porta dei neri), e, in alcune fonti storiche, Bab el-Qsar (Bāb al-Qasr, la porta del palazzo).
Progettazione e costruzione
La funzione del cancello, che fungeva d'ingresso della cittadella reale, era soprattutto decorativa.[3] La facciata è composta da sezioni alternate di pietra[4] e mattoni. Gli angoli sono decorati con motivi floreali che si estendono attorno ad una forma di conchiglia. Questo ornamento è incorniciato da tre pannelli che hanno un'iscrizione del Corano.[5]
La porta oggi è in cattivo stato. Le cause del degrado sono attribuite alla presenza di sali solubili, in particolare cloruri e solfati, presenti nella malta utilizzata per fissare le pietre. Il locale inquinamento atmosferico sta avendo un effetto negativo sullo stato del cancello.[4]
Humphrys, Darren (2010). Frommer's Morocco, NJ, USA, Wiley Publisher. ISBN 0470560223
Rogerson, Barnaby (2001). Marrakesh, Fez, Rabat. CT, USA: The Globe Pequot Press. ISBN 1860119735
Lazzarini, Lorenzo (luglio–settembre 2007). "Insight into the conservation problems of the stone building "Bab Agnaou", a XII cent. monumental gate in Marrakech (Morocco)", su: Journal of Cultural Heritage 8 (3).