Aurea di Ostia
Aurea o Aura, in greco classico Chryse, (... – Ostia, III secolo) è stata una martire cristiana venerata come santa dalla Chiesa cattolica e come patrona di Ostia[3]. BiografiaSecondo uno studioso, «sebbene gli acta di Sant'Aurea siano una pia finzione, ella è stata una vera martire con un culto molto precoce a Ostia»[2]. Secondo la tradizione, fu martirizzata a metà del terzo secolo, o durante il regno dell'Imperatore Romano Claudio II il Gotico o Treboniano Gallo[3]. Secondo la tradizione di sangue reale o nobile[3], Aurea fu esiliata da Roma a Ostia perché era cristiana[3]. A Ostia, viveva in una tenuta fuori dalle mura della città e manteneva i contatti con i cristiani locali, tra cui il vescovo di Ostia, Ciriaco (Quiriacus)[3]. I miracoli associati ad Aurea mentre era ad Ostia raccontano di come un prigioniero cristiano di nome Censorinus abbia avuto le sue catene miracolosamente allentate dopo essere stato confortato da Aurea[3]. Diciassette soldati si convertirono al cristianesimo come risultato di questo miracolo[4], e furono poi decapitati vicino all'Arco di Caracalla di Ostia[3]. Un'altra leggenda afferma che Aurea e i suoi amici riportarono in vita anche il figlio morto di un calzolaio[3]. Ulpius Romulus giustiziò gli amici di Aurea e torturò Aurea. Quando questa si rifiutò di sacrificare agli dei romani, fu gettata in mare con una pietra legata al collo[3]. VenerazioneSecondo la tradizione, Aurea fu sepolta nella sua tenuta di Ostia.[3] La basilica di Sant'Aurea si sviluppò intorno alla sua tomba. La chiesa fu ricostruita nel XV secolo. Un frammento di un'iscrizione cristiana che si riferisce ad Aurea è stato riscoperto vicino a Sant'Aurea nel 1981 e successivamente trasferito nel castello di Ostia[3]. Si legge: CHRYSE HIC DORM[IT]. («Chryse dorme qui»). «Può essere la sua iscrizione funeraria originale», afferma uno studioso, «ma può anche essere stata aggiunta in seguito alla tomba»[3]. Una colonna di marmo forse del V secolo è stata scoperta nel 1950 vicino alla stessa chiesa[3]. Su di essa si legge S.AVR.[3]. La santa è commemorata dal Martirologio Romano il 20 maggio[1][5]. Nella sua basilica è festeggiata nell'ultima decina di maggio o nella prima di giugno[6][7]. Altrove si riporta il 24 agosto[2]. Note
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