Il nome della tribù deriva dal suo genere tipoAptosimum Burchell ex Benth il cui significato è "non caduto" e fa riferimento ai frutti tipo capsule persistenti.[4]
Il nome scientifico della tribù è stato definito dal botanico inglese George Bentham (22 settembre 1800 – 10 settembre 1884) nella pubblicazione "Genera Plantarum ad exemplaria imprimis in herbariis Kewensibus - 2: 915, 916. 1-16 Mai 1876." del 1876.[2][5][6]
Descrizione
Il portamento delle specie di questa tribù è fruttescenteerbaceo oppure arbustivo, raramente il ciclo biologico è annuale. L'indumento, formato fondamentalmente da peli semplici, varia da glabro a ghiandolare-pubescente o densamente villoso. Gli steli sono eretti o da prostrati a ascendenti e a sezione rotonda; spesso sono ricoperti da ciuffi. In Peliostomum gli steli sono viscidi. In Stemodiopsis sono pendenti. Queste piante contengono composti iridoidi.[2][7][8]
Le fogliecauline hanno una disposizione alternata. Sono sessili (picciolate in Stemodiopsis) con lamina a forma da lineare-filiforme o lineare-lanceolata a ovoide con apici acuminati (qualche volta spinosi) o ottusi e margini interi (talvolta dentati o crenati); in alcune specie i bordi sono spessi (Aptosimum]). Le stipole sono assenti.
Le infiorescenze sono di tipo racemoso, raramente sono cimose (alcuni gruppi di Aptosimum). I fiori sono da sessili a pedicellati (in Stemodiopsis alla fruttificazione i pedicelli s'incurvano). Le bratteole sono presenti.
Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:
X K (4-5), [C (2+3) A 5 o 2+2 o 2], G (2), supero, capsula.[7]
Il calice, gamosepalo con forme campanulate, è profondamente pentalobato. I lobi hanno delle forme da lineari a lanceolate.
La corolla, gamopetala, è formata da un tubo terminante in modo bilabiato con struttura 2/3. Il tubo, lungo quanto i lobi, ha la forma di un cilindro o un imbuto stretto alla base e dilatato alla verso la gola. I lobi sono uguali, piatti, arrotondati e disposti in modo patente. I colori della corolla sono bianco, malva pallido, blu, porpora o lilla.
L'androceo è formato da 4 stamididinami inclusi (in alcune specie sono da 2 a 4 - Anticharis). I filamentiabassiali in Stemodiopsis sono lunghi, incurvati o attorcigliati. Le antere, libere e non sagittate, hanno una disposizione trasversale con indumento da glabro a cigliato. Le teche sono confluenti e si aprono per mezzo di un'unica fessura distale. I granuli pollinici sono del tipo tricolporato.
I frutti sono delle capsule con deiscenza da loculicida a setticida. La forma è compressa all'apice. I semi sono numerosi con forme da compresso-ovoidi a cilindriche; talvolta la superficie è rugosa o con creste. L'endosperma, ben sviluppato, è liscio o a coste.
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi cadendo (dopo aver eventualmente percorso alcuni metri a causa del vento - dispersione anemocora) a terra sono dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).
Distribuzione e habitat
La distribuzione delle specie di questi generi è soprattutto africana. Gli habitat preferiti sono quelli tropicali secchi anche rocciosi.
I primi tre caratteri possono essere considerati delle sinapomorfie per il gruppo.[11]
Dal punto di vista filogenetico la tribù, nell'ambito della famiglia, occupa una posizione abbastanza centrale, ed è "gruppo fratello" del clade contenente le tribù Myoporeae e Leucophylleae.[3] La monofilia della tribù è fortemente sostenuta dai dati ricavati dalle analisi delle sequenze del DNA dei cloroplasti.[11] In base ad alcune ricerche si stima che l'età di questo gruppo (il momento della separazione dal resto della famiglia) corrisponda a circa 58 - 45 milioni di anni fa.[9]
Il cladogramma tratto dallo studio citato[11] mostra la posizione filogenetica interna di tre dei quattro generi della tribù.
gli stami adassiali sono piccoli o ridotti e sono sterili: Aptosimum.
gli stami adassiali sono lunghi come gli abassiali e sono fertili: Peliostomum.
Note
Stemodiopsis tradizionalmente era descritta nella tribù Stemodieae Benth., 1876 (famiglia Plantaginaceae, sottofamiglia Gratioloideae). La tribù Stemodieae prima della riorganizzazione delle Scrophulariaceae era inclusa nella famiglia di questa voce.[2]
Il genere Chilostigma Hochst., 1841 attualmente è considerato sinonimo di Aptosimum.[2][9]
Bengt Oxelman, Per Kornhall, Richard G. Olmstead & Birgitta Bremer, Furtherdisintegration of Scrophulariaceae (PDF), in Taxon, vol. 2, n. 54, Maggio 2005, pp. 411-425. URL consultato il 3 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 9 agosto 2017).