Antonio Litta Visconti Arese apparteneva ad una delle principali famiglie nobili della capitale della Lombardia, quella dei Litta Visconti Arese. Suo padre era infatti Pompeo Giulio Litta Visconti Arese, VI marchese di Gambolò, mentre sua madre era Maria Elisabetta Visconti Borromeo.
Succeduto al padre nei titoli della sua casata all'epoca della Repubblica Cisalpina, divenne ben presto Consigliere di Stato e inquadrato quindi nella nobiltà fedele alla causa rivoluzionaria francese. Egli era inoltre fratello del contrammiraglio della marina russa Giulio Renato.
Napoleone lo nominò Gran Ciambellano del Regno d'Italia, Gran Dignitario dell'Ordine della Corona ferrea, Grand'Ufficiale della Legion d'Onore, senatore e lo nominò quindi duca col predicato "di Litta" con decreto del 28 febbraio 1810 e lettere patenti del 5 gennaio 1812; già con lettere patenti del 12 aprile 1809 era stato nominato conte del nuovo regno napoleonico.
Litta era inoltre membro del collegio elettorale dei proprietari terrieri nonché presidente ed amministratore dell'Ospedale Maggiore di Milano.
Malgrado la sua sovente serietà e il suo fare taciturno che lo contraddistinguevano per carattere, il Litta aveva sentimenti elevati. Non appena seppe che suo fratello il cardinale Litta era stato esiliato a Nîmes dopo essersi astenuto dal prendere parte, assieme ad altri cardinali, alla cerimonia di matrimonio tra Napoleone e l'arciduchessa Maria Luisa d'Asburgo-Lorena, si apprestò a concedergli una pensione per sopravvivere. Poco dopo rese conto al viceré italiano Eugène de Beauharnais di questa sua azione, rispondendo:
«Se l'imperatore è offeso da questa azione, rispondetegli che io sono innanzitutto fratello del cardinale, prima che gran ciambellano dell'imperatore.»
Collezionista d'arte, il duca di Litta possedette[1] diverse opere di Bernardino Luini, tra cui ad esempio l'Adorazione dei Magi.
Antonio Litta Visconti Arese 7º marchese di Gambolò
Inquartato: al 1° rombeggiato d'azzurro e d'argento, al 2° d'oro, all'aquila coronata, di nero, al 3° di Visconti; al 4° d'argento, al volo di nero abbassato; sul tutto, scaccato d'oro e di nero. Motto: PER LEALTA' MANTENERE.
Antonio Litta Visconti Arese Conte del Regno (LL.PP. 12 aprile 1809)
Écartelé : au I, de sinople au chevron d'or, abaissé sous cinq étoiles d'argent, 3 et 2 ; au II, de gueules à deux pieds ailés d'argent ; au III, coupé d'argent et de gueules ; au IV, palé d'argent et d'azur.
Antonio Litta Visconti Arese Duca di Litta e del Regno
Scaccato d'oro e di nero, al quarto di verde caricato di un gherone d'oro sormontato da cinque stelle del medesimo, 3 e 2 (come grand'ufficiale della corona); al capo dei duchi dell'Impero francese.
Albero genealogico
Genitori
Nonni
Bisnonni
Trisnonni
Pompeo Litta, IV marchese di Gambolò
Agostino Litta, III marchese di Gambolò
Maria Ferrer
Antonio Litta, V marchese di Gambolò
Claudia Erba
Antonio Maria Erba, I marchese di Mondonico
Teresa Turconi
Pompeo Giulio Litta Visconti Arese, VI marchese di Gambolò