Antonio D'OrricoAntonio D'Orrico (Cosenza, 26 gennaio 1954) è un giornalista, critico letterario e saggista italiano. BiografiaAntonio D'Orrico nasce a Cosenza nel 1954, da Bernardo e Anna, terzo dei quattro figli della coppia. D'Orrico è sposato ed ha un figlio.[1] Laureato in Lettere all'Università di Firenze, comincia la sua carriera giornalistica proprio nel capoluogo toscano, collaborando all'Unità.[1] Lavora, poi, anche a L'Europeo, tra il 1988 e il 1990, collaborando anche con Epoca e Gente Viaggi. Nel 1994, D'Orrico passa a Sette, il magazine del Corriere della Sera; finché, nell’aprile del 1996, ne diventa il caporedattore.[1] Su Sette, D'Orrico ha uno spazio fisso, definito la più discussa, discutibile, indiscussa e indiscutibile rubrica letteraria italiana.[2][3][4] Tra il 1992 e il 1994, D'Orrico lavora come consulente editoriale per la Baldini & Castoldi. Come autore, invece, ha pubblicato il saggio Cambiare vita, ha curato l'antologia sportiva Momenti di gloria e scritto il romanzo Come vendere un milione di copie e vivere felici.[1] CriticheD'Orrico è spesso criticato per il suo gusto letterario definito genericamente pop.[5] Camillo Langone ha detto di lui: «Nelle stroncature deve sempre metterci l'arroganza del potente, dello spezzacarriere, se no non gli vengono».[1] Nicola Lagioia, in occasione dell'uscita di Occidente per principianti, ebbe modo di polemizzare con D'Orrico, che proprio in quel periodo elogiava Il codice da Vinci: «Se Il codice Da Vinci è però letteratura, io sono un cretino e Antonio D’Orrico un critico letterario. Attenzione, non potete cavarvela con il semplice fatto che io sia un cretino: dovete prendervi pure D’Orrico».[6] Opere
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