Nasce ad Acerenza, un paesino della Basilicata, dove vive solo pochi mesi per poi seguire la famiglia a Imola, città in cui il padre lavora.[1] Si laurea in medicina all'università di Bologna nel 1979 ed esercita la professione a Imola come libero professionista.[1] Studia anche al DAMS-Musica di Bologna, senza conseguire la laurea ma iniziando a collaborare a riviste musicologiche come Amadeus, Il Saggiatore Musicale, Musica e Scuola. Redige anche il primo studio italiano sul compositore Béla Bartók.[2]
Tra i suoi lavori Ossa, cervelli, mummie e capelli in cui racconta dieci insolite storie sulle reliquie umane, "reliquie profane" per distinguerle da quelle sacre,[10] dal cervello di Einstein al dito medio di Galilei e al pene di Napoleone,[11] e Suicidi d'autore, in cui racconta la tragica fine di 25 personaggi della cultura, da Drieu La Rochelle a Walter Benjamin, da Alfred Jarry a Nicolas de Condorcet.[12][13]
È tra i principali realizzatori dei famosi “Millelire” (libriccini senza copertina e non più di 64 pagine al prezzo di mille lire, 0,53 euro) lanciati nel 1989 da Marcello Baraghini con Stampa Alternativa e in seguito denominati anche "Euro" e "Bianciardini". Ha realizzato in veste di traduttore, curatore e autore una ventina di titoli,[14] tra cui soprattutto la parafrasi italiana degli intraducibili Proverbi surrealisti di Éluard e Péret.[15]
Autore di una decina di saggi sul futurismo,[16] riveste anche un ruolo nella patafisica italiana.[17] Nutre simpatie verso il pensiero libertario, di cui ha tradotto L’ABC del libertario di Jules Lermina.[18]
A novembre 2021 sul Servizio bibliotecario nazionale risultano censite 177 opere con Antonio Castronuovo come autore, di cui 157 monografie[19]; tra quest'ultime si distinguono:
^La prima edizione del 2003 è stato recensita da: Nico Orengo, «La Stampa – Tuttolibri» n. 1371, 19 luglio 2003; Corrado Augias, «Il Venerdì di Repubblica» n. 805, 22 agosto 2003; Paolo Di Stefano, Quando gli scrittori non trovano le parole, «Corriere della Sera», 16 settembre 2008.
^Luciano di Samosata, L’elogio della mosca, 1995. Sinesio di Cirene, Elogio della calvizie, 1998. Me ne frego (citazioni ironiche del duce), 1999. Paul Éluard - Benjamin Péret, Proverbi surrealisti, 1999. Epicuro, Elogio del buon vivere, 1999. Roberto Asnicar, Rovi, 2000. Giovanni Papini, Gli imbecilli, 2000. A. Palazzeschi, Il controdolore, 2000. Valentine de Saint-Point, Lussuria e crudeltà, 2001. Aldo Spallicci, Il volto della fauna, 2001. Roberto Asnicar, Premessa a Emily Dickinson, Faccia a faccia con Dio, 2002. Apollinaire, Il fu Alfred Jarry, 2003. A. Castronuovo, Ladro di biciclette. Cent’anni di Alfred Jarry, 2009. A. Castronuovo, Aforismi del Novecento, 2015. Erich Mühsam, Bohème e anarchia: la civiltà dei vagabondi e degli artisti, 2016. Albert Camus, La controstoria: dalla parte degli umiliati, 2016. Falce e spinello cambiano il cervello. Scritte beffarde del ’68, 2018. A.F. Formíggini, Lettera ai razzisti, 2018. Jules Lermina, L’ABC del libertario, 2019.
^Paul Éluard e Benjamin Péret, Proverbi surrealisti, Roma, Stampa Alternativa, 1999, ristampe: 2000 e 2009.
^Patafisica maiuscola, su patafisici.blogspot.com, dicembre 2010. URL consultato il 29 luglio 2019.. È uno dei Reggenti del Collage de ’Pataphysique, istituto italiano con sede a Sovere. Firmandosi Roberto Asnicar ha pubblicato Della ’Patafisica: diverticoli sulla Scienza delle Scienze (Editrice La Mandragora, 2013; recensione di Ugo Nespolo ne «Il Foglio Quotidiano» del 30-31 dicembre 2017) e ha curato la prefazione ad Alfred Jarry, Almanacco illustrato di Padre Ubu (Castelvecchi, 2018).