Antonio Callea
Antonio Callea (Favara, 5 novembre 1894 – Pont de Molins, 7 febbraio 1939) è stato un militare italiano, di grado capitano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria. BiografiaNacque a Favara, da Giovanni e Maria Sutera Sardo. Si sposò con Giovanna Rampello originaria di Agrigento. Durante la sua carriera militare ottenne diverse onorificenze. Da segnalare una croce al merito di guerra durante la prima guerra mondiale. Giovanissimo prese parte alla Prima battaglia del Piave dove assunse il ruolo di comandante di un reparto esplosivi del Regio Esercito. Il 21 novembre 1917 rimase intrappolato con le sue truppe sul Colle della Berretta, dove sprezzante del pericolo, risultò essere uno dei più coraggiosi, facendo numerosi prigionieri tra le trincee alleate; per questo suo gesto venne decorato poi con la medaglia d'argento al valor militare. Partecipò negli anni '30 col grado di capitano di fanteria nel Corpo Truppe Volontarie, alla Guerra civile spagnola, dove fu ferito gravemente, e fatto prigioniero e internato negli ospedali nemici. Quando la guerra giunse al termine con la vittoria delle truppe nazionaliste, venne trucidato dai repubblicani in ritirata nei pressi di Pont de Molins, il 7 febbraio 1939. Dopo la sua morte gli venne conferita la medaglia d'oro al valor militare alla memoria. In suo nome sono state intitolate una contrada sorta nella zona di Tumarrano, in territorio di Cammarata ed una via a Favara. Onorificenze«Comandante interinale di bandera già brillantemente distintosi per capacità e valore in precedenti combattimenti, portava varie volte all’assalto i propri reparti con indomito coraggio. Ferito una prima volta, rifiutava di abbandonare il combattimento e quasi accerchiato continuava a rincuorare i superstiti. Nuovamente ferito e gravemente, veniva tratto prigioniero ed internato negli ospedali nemici. Nel doloroso, lungo periodo della sua cattività dimostrava carattere forte e magnifiche qualità di italiano e di soldato. Nel suo corpo straziato dalle ferite e dalle sofferenze, non si affievoliva il palpito del suo cuore forte; nel presentimento della futura tragica fine, sapeva dettare un virile testamento morale. Durante la grande vittoria, che poneva termine alla guerra di Spagna, l’ira nemica si sfogava rabbiosa sopra il suo corpo e veniva barbaramente trucidato dai rossi nei pressi di Ponte de Molins il 17 febbraio 1939. Brihuega, 18 marzo 1937 -Ponte de Molins, 17 febbraio 1939..[2]»
— Regio Decreto 30 novembre 1939.[3] «Ricevuto l'ordine di muovere col reparto esploratori che comandava, alla conquista di un tratto di trincea caduta nelle mani dei nemici, con fede, ardire e slancio muoveva immediatamente alla testa dei suoi uomini percorrendo una zona violentemente battuta dal tiro di artiglieria nemico, noncurante del pericolo si slanciava nella trincea e la rioccupava facendo prigionieri. Col della Berretta, 21 novembre 1917.[4]»
«Comandante di compagnia mitragliatrici, cooperava efficacemente con le proprie armi alla buona riuscita dell'attacco del battaglione. In un momento critico dell'azione, essendosi improvvisamente manifestata minaccia nemica sul fianco, alla testa di un plotone di fucilieri e di due plotoni mitraglieri con prontezza, decisione e grande sprezzo del pericolo sventava la minaccia riuscendo a cacciare rapidamente il nemico da una forte posizione di montagna, che conquistava e della quale si faceva base per l'ulteriore accompagnamento dell'attacco. Puesto de Los Alazares, 5 febbraio 1937.[4]»
«Su proposta del Capo del gioverno, ministro e segretario di Stato»
— 10 novembre 1933[5] «Ha compiuto quindici anni di effettivo comando di reparto di truppa»
— 1º dicembre 1939[5] Note
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