Ancoraggio (nautica)L'ancoraggio è l'operazione di "dare fondo all'àncora", cioè di vincolare un'imbarcazione al fondo marino o al fondo lacustre o fluviale ecc., rendendone sicuro lo stazionamento nonostante il vento, le correnti e lo stato del mare. Terminologia marinaresca"Salpare l'ancora" è l'espressione che descrive l'operazione di spedare l'ancora dal fondo e riportarla a bordo.[1] DescrizioneL'ancoraggio può essere:
La lunghezza del cavo o della catena filati fuoribordo per l'ancoraggio è detto calùmo, e deve essere da tre a cinque volte la profondità del fondale per le grandi navi che ancorano solitamente su 50-100 metri di fondale, mentre per le imbarcazioni da diporto vale la regola di dare il calumo della lunghezza di tre a quattro volte la profondità più l'altezza della prua dal mare. La scelta viene fatta in considerazione del tipo del fondale. In caso di maltempo o aumento del vento è bene filare ulteriormente, in modo tale che l'ancora riceva una trazione con un piccolo angolo rispetto al fondo, in quanto se la trazione fosse quasi verticale l'ancora arerebbe e tenderebbe a spedare, cioè a liberarsi dal fondo. La regola è, dai trenta nodi di vento in su, si allunga il calumo della misura di una volta il fondale ogni dieci nodi di vento. Talvolta per riuscire a liberare l'ancora rimasta incastrata nel fondale (roccia o catenaria sono le cause più comuni) è necessario usare la grippia o "grippa", cioè una sagola (cima) legata al diamante dell'ancora, con cui si può spedare l'ancora al rovescio e facilitarne il recupero. Essa può essere usata o meno con il grippiale o "grippale", un gavitello cui viene legato il capo libero della grippia. Note
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