«È un disco sulla civiltà occidentale moderna. Una civiltà che ai miei occhi fa schifo. E che forse proprio per questo spinge chi la canta con occhio critico, cinico e cattivo a guardare per reazione (o disperazione?) verso l'alto, verso un altro, verso un altrove. Spinge ad alzare la testa dal fango. Volenti o nolenti, credenti o miscredenti, apocalittici o integrati.»
Il disco debutta alla quarta posizione della classifica ufficiale italiana FIMI, risultando, alla fine del 2008, il 48º più venduto con 32 settimane non consecutive in classifica.[6]
La scrittura delle canzoni ha occupato solo due mesi di lavoro[7], successivamente Francesco Bianconi ha pre-prodotto le tracce con il software AppleGarageBand, mentre le registrazioni e il missaggio sono avvenuti tra aprile e agosto del 2007 al Transeuropa Studio di Revigliasco, in provincia di Torino. La produzione esecutiva è di Roberto Trinci mentre la produzione artistica è stata affidata a Carlo Ubaldo Rossi (suona anche marranzano, minimoog Voyager, moog Source, pandeiro e collabora all'arrangiamento dell'orchestra di archi e fiati insieme a Bianconi) con la collaborazione del gruppo e di Mauro Tavella. Fa eccezione l'orchestra d'archi registrata nello studio fondato da Mauro Pagani, le Officine Meccaniche di Milano, sempre da Carlo U. Rossi con la collaborazione di Giuseppe Salvadori e Antonio Cupertino. Invece, il brano No Steinway è stato registrato e mixato da Davide Cristiani al Bombanella Studio di Marano sul Panaro, in provincia di Modena. Infine è stato masterizzato da Antonio Baglio al Nautilus Studio di Milano[8].
La produzione e gli arrangiamenti sono stati definiti dallo stesso Bianconi molto complessi e stratificati, quasi "barocchi".[10] Anche la critica concorda nel definire gli arrangiamenti "stratificati ed intricati"[11] "consistenti in cui spiccano archi, ottoni e bellissime melodie"[12] ma "lontani dall'appesantire i motivi, ne esaltano la musicalità e donano insieme enfasi, leggerezza, slancio"[13]
Nel disco, data la lunga durata, sono state nascoste due tracce in negativo[14]: No Steinway e Spaghetti Western.[9]
Singoli
Ad anticipare l'uscita dell'album, l'11 gennaio 2008 viene diffuso in radio il primo singolo Charlie fa surf, poi seguito dal video il 1º febbraio.
Colombo, il secondo singolo, è entrato in rotazione radiofonica il 4 aprile[15], mentre il 28 aprile[16] ne è stato diffuso il videoclip.
Il video del terzo singolo, Baudelaire, diretto da Mr. Maciunas e Massimiliano Bartolini, viene presentato nei negozi FNAC il 16 giugno a Torino, il 17 a Milano, il 21 a Verona e il 25 a Roma[17], mentre il 30 giugno entra in rotazione sui principali canali televisivi musicali.[18]
Charlie fa surf è ispirata a un'installazione dell'artista Maurizio Cattelan intitolata Charlie Don't Surf, in cui un bambino è inchiodato con le matite al banco di scuola. Il testo è, per Bianconi, allo stesso tempo un brano "di ribellione pura e di parodia della ribellione".[5]
Il liberismo ha i giorni contati è un brano sul fallimento dell'uomo, inteso all'interno di una società regolata esclusivamente dall'economia. La protagonista del brano è Anna che vede crollare i suoi ideali e i suoi sogni all'interno di un sistema che implode.
L'aeroplano è un canto di disillusione, in cui il volo dell'aeroplano ha quella destinazione che l'uomo (soprattutto in amore) non ha. Il verso chiave del pezzo è infatti "noi voliamo invano".
Baudelaire è, come definito da Bianconi, un "inno al non-suicidio". In un'intervista l'autore afferma: "Nel testo vengono citati quei personaggi che più hanno rappresentato la figura del personaggio autodistruttivo, che riesce però a rendersi immortale attraverso la propria arte. Baudelaire e Pasolini sono accomunati da questo, e le loro vite ci spingono alla riflessione su quale sia il senso della vita.[19]
L. è una canzone d'amore e di fantascienza, dove L. sta per Laura.
Antropophagus è "una fotografia visionaria di Piazza Duca d'Aosta a Milano, davanti alla Stazione Centrale"[5], una canzone che parla "del sentirsi emarginati a Milano".[10] L'immaginario invocato dalla canzone comprende di tutto: gente dell'est, barboni, ubriachi, famiglie accampate sull'aiuola e persino tribù di cannibali.
Panico! è un omaggio a Lee Hazlewood e al suo successo These Boots Are Made for Walkin', citato nel testo (Mettere gli stivali e farli andare […] Mettersi a cantare un inno rock and roll/À la Lee Hazlewood). Anche la musica richiama il brano di Hazlewood.[5] Come dice il testo stesso, "una preghiera contro l'inquietudine".
Alfredo è dedicato ad Alfredo Rampi, bambino protagonista suo malgrado dell'incidente di Vermicino, e in generale al quadro storico dei primi anni ottanta italiani. Bianconi spiega: "Ci sono Pertini e Fanfani, c'è il ritratto di un'Italia non troppo distante da quella di oggi, con la P2 e gli intrighi di potere, un Paese che è cambiato, dove però la malapolitica è rimasta immutata".[20] e ancora: "Se devo raccontare la storia di Alfredino, preferisco essere cinico, che banale o retorico. È una tragedia così grossa che preferisco trattarla dall'esterno, come uno scienziato, piuttosto che cercare l'empatia che può sfociare nel melodramma".[9] Nel 2017, dopo la sua paternità, ha sostenuto di sentire "diversamente" questa canzone: "Alfredo per me era un evento molto tragico anche prima, è solo che adesso penso magari anche ai genitori di Alfredo invece che solo a lui direttamente. Penso a queste persone che hanno dovuto sopportare qualcosa che penso come il dolore più grande nella vita, quello della perdita di un figlio"[21]
Dark room è costituita da un dialogo incentrato sul sesso, all'interno della dark room di una discoteca, tra una donna e tanti uomini.
L'uomo del secolo descrive la storia di un disertore dell'esercito italiano dopo l'Armistizio di Cassibile, un uomo che matura una coscienza antifascista e con una vita molto lunga ma che tuttavia è rimasta segnata dalla guerra e dalla politica che lo ha deluso ("Cento anni non portati male / Lascio il mondo che mi ha maltrattato / Me ne vado, mi sono stufato / Vi ho voluto bene, adesso vado / Sono stato un comunista / Avevo un sogno, una speranza / Arrivederci amore, addio")
La vita va descrive una storia d'amore appena cominciata e già finita.
Ethiopia è un pezzo strumentale, anche questo eseguito da Astatke.
Andarsene così descrive un modo di lottare in maniera statica (come "lucertole nel sole"), cercare l'assoluto, inteso non solo come Dio.
No Steinway è una rielaborazione psichedelica, composta ed eseguita da Beatrice Antolini, del motivo della canzone successiva.
Spaghetti Western è ispirata al fenomeno del caporalato con riferimenti espliciti a Foggia e ai campi di pomodoro.
Copertina
La copertina e il suo retro sono una foto dello sguardo di Rachele Bastreghi scattata da Gianluca Moro.[22] Ricorda la copertina dell'album di debutto dei La's.[23]
Per Ondarock, Veronica Rosi lo definisce "l'opera matura di una band che sta dando tutto mentre la fragile architettura su cui si reggono i suoi destini le sta crollando addosso".[23]
Per il sito di musica Rockit, l'album è classificato come "Primascelta!". Stefano Bottura lo definisce "perfetto figlio del tempo in cui viviamo", "in un equilibrio non ancora infallibile (alcune cadute di tono ci sono) ma capace comunque di far vibrare e andare a toccare i nervi scoperti di una Società (la nostra, Occidente) alla rovina."[25]
Per Sentireascoltare, l'album riceve il voto di 7,5/10. Stefano Solvienti scrive: "Un percorso di chilometri ed epoche, di generazioni, di valori mitologici e comunque sbriciolati, di simboli e feticci divorati dalla storia ma annidati nella memoria."[26]
Il disco ha ricevuto anche il premio di Musica & Dischi "Borsa Indies", relativo alle vendite nei circuiti di distribuzione specializzati in produzioni alternative.[30]
Tracce
Testi di Francesco Bianconi, eccetto dove indicato; edizioni musicali Warner Chappell Music It. - Universal Music Publishing.
^ Paolo Pontini, Baustelle - Amen, su storiadellamusica.it. URL consultato l'11 dicembre 2011.
^ Lorenzo Migno, Baustelle: Intervista, su indie-eye.it, 18 marzo 2008. URL consultato l'11 dicembre 2011.
^ Tommaso Iannini, Recensione Amen - Baustelle, su delrock.it, 5 febbraio 2008. URL consultato l'11 dicembre 2011.
^abPer ascoltare questo tipo di tracce occorre mandare indietro la prima traccia. No Steinway inizia al minuto -5:02, Spaghetti Western inizia al minuto -3:50.
^ Jacopo Casati, Valentina Lonati, Francesco Bianconi (Baustelle), su outune.net, 17 luglio 2008. URL consultato l'8 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 9 agosto 2011).
^"Mi fa sentire diverso, come mi fa sentire diverso qualsiasi cosa. Sono una persona diversa da quando sono diventato papà, quindi di conseguenza tutto è calibrato su questo nuovo stato. Alfredo per me era un evento molto tragico anche prima, è solo che adesso penso magari anche ai genitori di Alfredo invece che solo a lui direttamente. Penso a queste persone che hanno dovuto sopportare qualcosa che penso come il dolore più grande nella vita, quello della perdita di un figlio. Per cui sì, magari adesso penso anche ai mai raccontati genitori di Alfredo Rampi…" Piccoli fragilissimi Film – Intervista a Francesco Bianconi (Baustelle). URL consultato il 20 ottobre 2022 (archiviato dall'url originale il 12 ottobre 2022).
^ Gianluca Moro, copertina, su flickr.com, Flickr, 11 marzo 2008. URL consultato l'11 dicembre 2011.
^ab Stefano Bottura, Amen, su rockit.it, 29 gennaio 2008.
^ab Stefano Solvienti, Baustelle Amen, su sentireascoltare.com, sentirescoltare.com, 20 aprile 2008 (archiviato dall'url originale il 4 febbraio 2013).