Amara terra mia
Amara terra mia è un brano musicale appartenente alla tradizione popolare abruzzese, riadattato da Giovanna Marini e in seguito rielaborato da Domenico Modugno ed Enrica Bonaccorti e pubblicato nel 1971 nell'album Con l'affetto della memoria.[1] Storia, testo e significatoIl brano è una rielaborazione della canzone tradizionale abruzzese nato nei primi anni del 1900 come canto di lavoro delle raccoglitrici di olive della zona della Maiella. Alcuni vogliono che il canto provenga da Palena, altri da Tollo. Esistono in ambito abruzzese due armonizzazioni ancora oggi utilizzate dai cori, quella del M° Panfilo De Laurentiis di Roccascalegna, e quella del M° Guglielmo Gialloreto di Tollo. Il nome originario è Nebbia alla valle, ma il brano è anche conosciuto come Addije, addije amore, e Casca l'oliva titolo che gli aveva dato Giovanna Marini allorché aveva inserito la canzone nel suo spettacolo Bella ciao nel 1964 e nel suo disco con Maria Teresa Bulciolu Le canzoni di Bella ciao. Il brano racconta dell'emigrazione.[2]. Versioni
Domenico ModugnoIl brano già pubblicato nel 1971 nell'album Con l'affetto della memoria, nel 1973 fu scelto da Mario Landi come sigla della serie tv Nessuno deve sapere, per cui fu pubblicato successivamente come lato A del 45 giri Amara terra mia/Sortileggio di luna[1] con il coro de I Cantori Moderni di Alessandroni con l'arrangiamento di Piero Pintucci. Il disco ottenne un discreto successo di vendite raggiungendo la nona posizione della hit parade italiana.[3] Altre versioniIl brano tradizionale è stato tradotto in diverse lingue e dialetti fra i quali: greco, siciliano, portoghese, sardo, spagnolo, arabo.
Incisioni ed interpretazioni
Note
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