Amalie DietrichAmalie Dietrich, nata Koncordie Amalie Nelle (Großschirma, 26 maggio 1821 – Rendsburg, 9 marzo 1891) è stata una botanica, zoologa ed esploratrice tedesca. BiografiaAmalie Dietrich nacque a Siebenlehn (oggi in comune di Großschirma), Sassonia, Confederazione germanica. Nel 1846, si sposò con Wilhelm August Salomo Dietrich, un medico. Pur senza una formazione istituzionalizzata imparò da lui tutto quello che riuscì sul collezionismo, e i due progettarono di iniziare una carriera come naturalisti. Tra il 1845 e il 1862 si guadagnarono da vivere in modo piuttosto precario collezionando campioni naturalistici sulla catena alpina da vendere a farmacisti, per la produzione di medicinali, e ai curatori di musei di storia naturale.[1] Alcuni dei delicati esemplari di fiori alpini che Amalie raccolse e preparò in quel periodo possono essere visti al Naturhistorisches Museum di Friburgo.[1] AustraliaDietrich visse per dieci anni (dal 1863 al 1872) nel Queensland, in Australia, dove raccolse una grande varietà di specie oltre che numerosi oggetti creati dagli indigeni australiani. Viene considerata la prima persona europea a trovare e collezionare un esemplare di taipan dell'interno (Oxyuranus microlepidotus)[2], il serpente più velenoso al mondo. Dietrich, assieme ad altri studiosi come Moritz Richard Schomburgk, Ferdinand von Mueller, Georg von Neumayer o Richard Semon, è compresa tra alcuni influenti residenti di lingua tedesca che portarono in Australia la propria "tradizione epistemica". Non solo infatti fu "profondamente coinvolta nel progetto coloniale in atto in Australia", ma fu anche attivamente impregnata a "immaginare, conoscere e plasmare l'Australia coloniale" (Barrett, et al., 2018, p.2).[3] Ritorno in EuropaNel 1873 Amalie Dietrich tornò in Germania sulla nave Susanne Godeffroy. Trovò inizialmente alloggio presso la famiglia del naturalista e uomo d'affari Johann Cesar Godeffroy, dove si occupò e gestì le sue collezioni. Nel 1879 trovò un posto come curatrice al Museo Botanico di Amburgo. Morì nel 1891, a quasi 70 anni, affidata alle cure della figlia Charitas Bischoff, che ne scrisse la biografia (Amalie Dietrich - Ein Leben). ControversieMentre si trovava nel Queensland, Dietrich "ricercava attivamente scheletri recenti di Aborigeni per i propri clienti europei”.[4] Per quanto questo aspetto della sua attività sia stato probabilmente molto esagerato da una sorta di leggenda locale che la dipinse come l'"Angelo della Morte Nera", viene accettato che Dietrich abbia inviato ad Amburgo i resti di parecchi indigeni australiani. Il suo contributo al colonialismo - riguardante sia gli aspetti antropologici che quelli botanici – è oggetto di un recente dibattito accademico.[5] SpecieA Dietrich si devono i tipi nomenclaturali di molte specie, e in parecchi casi l'autore le rese omaggio dedicandole l'epiteto specifico (dietrichiae, dietrichiana, amaliae, etc.). Tra le specie delle quali raccolse il tipo nomenclaturale si possono ricordare: Aongstroemia dietrichiae Müll.Hal. (1868) - Dicranella dietrichiae (Müll.Hal.) A.Jaeger Le attuali denominazioni specifiche e i sinonimi sopra riportati sono basati sull'Australian Plant Name Index e sul Plants of the World online[9]. Dove non sono state presentate alternative è perché il nome specifico è accettato da entrambe queste istituzioni. CollezioniLe sue collezioni furono alla base della pubblicazione di Zur Flora von Queensland ("Sulla flora del Queensland", 1875)[10], di Christian Luerssen. Mentre era in Australia Dietrich fece visita a Ferdinand von Mueller, e nel 1881 Mueller acquistò una serie di campioni da Luerssen. Il National Herbarium of Victoria di Melbourne conserva tuttora 2.790 dei campioni da lei raccolti.[11] Per quanto non abbia pubblicato nulla a suo nome, le sue collezioni continuano ad essere una importante risorsa per molti erbari nel mondo. Oltre al già citato National Herbarium of Victoria i campioni da lei raccolti sono ospitati anche - tra gli altri - nell'Orto botanico di Berlino, negli erbari dell'Università di Breslavia, della Università di Amburgo, della Università di Jena, nei Royal Botanic Gardens di Kew, al Nederlands Centrum voor Biodiversiteit Naturalis, nell'Orto botanico del Missouri, al Museo nazionale di storia naturale di Francia, alla Smithsonian Institution e al Naturhistorisches Museum di Vienna.[11] Intitolazioni e omaggi
Note
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