Alfonso era figlio del re delle Asturie, Fruela I e di Munia di origine vascona, della zona di Álava, come ci viene confermato sia dallo storico e genealogistaspagnolo, Salazar y Castro[1], che dalla Historia Silense[2] (Froyla…Domuit quoque Navarros sibi rebellantes; unde uxorem nomine Monniam accipiens, genuit ex ea filium, cui nomen patris sui imposuit, Adefonsum.)[3].
Fruela I delle Asturie era figlio del re delle Asturie, Alfonso I e di Ermesinda, figlia del principe delle Asturie, Pelagio e di sua moglie Gaudiosa, di cui non si conoscono gli ascendenti, come ci viene confermato sia da Salazar y Castro[1], che dal CHRONICON ALBELDENSE[4].
Biografia
Nel 768, suo padre, Fruela fu ucciso da un suo uomo come viene riportato da tutte le fonti[5][6][7][8].
Secondo il Sebastiani Chronicon, dopo aver regnato undici anni e tre mesi, Fruela fu sepolto a Oviedo[6], città che, come riporta La web de las biografias, secondo la tradizione, fu da lui fondata[9].
Siccome Alfonso era ancora in tenera età, secondo il Diccionario biográfico español, Real Academia de la Historia, la nobiltà non lo prese in considerazione[10] e, ancora secondo La web de las biografias, la nobiltà decise di eleggere come suo successore al trono Aurelio[9], il primogenito dello zio Fruela di Cantabria, figlio di Pietro di Cantabria e fratello di Alfonso il Cattolico, mentre Alfonso, ancora bambino, fu posto sotto la protezione della zia (sorella del padre), la futura regina delle Asturie, Adosinda, malgrado esista una tradizione che dice che egli fosse portato al monastero di Samos, in Galizia.
Aurelio morì di morte naturale[11], nel 774[12], nella valla di Langreo, dove aveva posto la sua residenza e dove fu sepolto[13]; il Chronicon Compostellani riporta che Aurelio regnò per 6 anni e 6 mesi[14].
Siccome Alfonso, figlio ed erede del predecessore di Aurelio, Fruela I, era ancora molto giovane, secondo il Diccionario biográfico español, Real Academia de la Historia, la nobiltà elesse al trono Adosinda, unitamente al marito, Silo[15], che divenne re delle Asturie, come confermano sia il CHRONICON ALBELDENSE[16], che la CRONICA ROTENSIS[17].
Secondo la Cronaca di Alfonso III[18], durante il regno di Silo e Adosinda, Alfonso fu il ciambellano[17], occupandosi della gestione del Palazzo, con tutto quel che ne conseguiva (controllo della guardia personale, capo dell'amministrazione e del cerimoniale, ecc.).
Alla morte di Silo, nel 783, Adosinda, senza eredi, proclamò re delle Asturie suo nipote, Alfonso[15], che ormai era maggiorenne ed era già governatore di palazzo con Silo[19]. Ma il fratellastro di Adosinda, Mauregato, figlio naturale di Alfonso I e di una schiava araba, con l'appoggio di parte della nobiltà, spodestò il nipote, Alfonso, che, come conferma la CRONICA ROTENSIS fu allontanato dal regno dallo zio, Mauregato e trovò ospitalità presso i parenti della madre ad Alava (Adefonsum de regno expulit. Quo fugiens Adefonsus Alabam petiit propinquisque matris sue se contulit)[20].
Mauregato morì nel corso del 789, secondo tutte le cronache dell'epoca, di morte naturale (Morte propria discessit)[20][22][23] e fu sepolto nella Chiesa di San Giovanni (Santianes de Pravia)[23]; il Chronicon Compostellani riporta che Mauregato regnò per 5 anni e 6 mesi[14], mentre il CHRONICON ALBELDENSE, riporta 5 anni[24].
A Mauregato, come riporta il Sebastiani Chronicon, succedette Bermudo, detto il Monaco o il diacono[25], fratello minore di Aurelio, che, in gioventù, come conferma La web de las biografias, era stato avviato alla carriera ecclesiastica, forse divenendo diacono, da cui il soprannome[26].
Dopo aver subito diverse sconfitte, da parte delle truppe di al-Andalus[26], Bermudo, nel 791, come riporta il Diccionario biográfico español, Real Academia de la Historia subì una disfatta da parte delle truppe musulmane, in Galizia, nei pressi di Villafranca del Bierzo, sulle rive del fiume Burbia, nella regione del Bierzo[27] (oggi nella comarca di Ponferrada), come riporta anche il CHRONICON ALBELDENSE[28].
In seguito alla disfatta di cui sopra, Bermudo abdicò a favore di Alfonso, con cui, dopo essere tornato al suo antico stato clericale, divenendo diacono, visse in buona armonia per il resto della sua vita, come confermano tutte le cronache del periodo[25][28][29][30]. Alfonso, secondo la CRONICA ROTENSIS, fu proclamato re il 14 settembre dello stesso anno (791)[19].
Si sa che mantenne contatti con l'Imperatore Carlo Magno, dal momento che si conoscono tre sue delegazioni asturiane giunte alla corte dei Franchi negli anni 796, 797 e 798, sebbene si ignorino gli argomenti dei quali trattarono; gli Annales Laurissenses et Einhardi confermano che inviò un suo emissario di nome Frola[31]. Da un lato si pensa che potesse trattarsi del mantenimento dell'integrità del regno asturiano di fronte agli attacchi dei fratelli musulmani Ibn Mughīt (‘Abd al-Karīm ibn Mughīt e ‘Abd al-Malik ibn Mughīt, rispettivamente nel 796 e nell'803) a est delle Asturie[32]. Dall'altro lato si crede possa essersi trattato di temi legati all'eresia adozionista contro cui Carlo Magno combatteva attivamente.
Alfonso II conquistò (temporaneamente) Lisbona nel 798, come confermano gli Annales Laurissenses et Einhardi[31].
Secondo il CHRONICON ALBELDENSE, nel suo decimo anno di regno (801), Alfonso II fu deposto e costretto a rifugiarsi nel monastero di
Ablaña, da dove tornò a Oviedo dopo pochi mesi[35].
Alfonso II combatté i mussulmani e batté contemporaneamente due loro eserciti, inviati da Al-Hakam ibn Hisham a Narón e da Abd al-Rahman II ad Anceo (825)[32]. Grazie alle sue vittorie contro i musulmani, stipulò un trattato di pace di 15 anni con al-Andalus, che gli permise di consolidare, ripopolandole, la presenza cristiana, in Galizia, León e Castiglia, ed iniziò l'insediamento nel nord del Portogallo. In quello stesso periodo iniziò la costruzione di villaggi fortificati e castelli (da cui poi il nome di Castiglia) nella parte orientale del regno.
Spostò la propria corte da Pravia a Oviedo (secondo il Diccionario biográfico español, Real Academia de la Historia, lo fece poco dopo essere stato incoronato[36]), dove costruì varie chiese e un palazzo. Attualmente sopravvivono solo pochi resti della chiesa di San Tirso. Fuori dei limiti della Oviedo dei suoi tempi edificò la Santullano.
La tradizione dice che durante il suo regno si scoprì la tomba dell'Apostolosan Giacomo (Santiago) per merito di un eremita di Compostela nell'anno 814, che il re convertì nel centro del pellegrinaggio incentrato sul Cammino di Santiago per tutta la Cristianità, come ricorda La web de las biografias[37]. Secondo questo racconto, Alfonso fu il primo pellegrino della storia del Cammino.
La Cronaca Sebastianense[38] dice che egli morì nell'842 «dopo aver conservato per 52 anni casto, sobrio, immacolato, pio e glorioso il governo del regno» e fu sepolto nella chiesa di Santa Maria di Oviedo, da lui fondata[39]; il Chronicon Compostellani riporta che Alfonso II regnò per 52 anni, 5 mesi e 13 giorni[14].
Alla sua morte gli succedette il cugino, Ramiro I, figlio di Bermudo I[40].
Matrimonio e discendenza
Secondo il CHRONICON ALBELDENSE, Alfonso II ebbe una moglie con cui condusse una vita molto casta (Absque uxore castissimam vitam duxit)[35]; secondo la Memorias de las reynas catholicas era di stirpe francese di nome Berta o Bertinalda [41].
Di Alfonso II non si conosce alcuna discendenza[42][43].
^La Cronaca di Alfonso III riguarda il regno dei Visigoti ed i primi due secoli del regno delle Asturie, scritta, per ordine del re, Alfonso III, nel 911.
^La statua di Alfonso II delle Asturie, che si trova nel viale dell'Argentina, popolarmente chiamato Paseo de las estatuas, nel parco del Retiro di Madrid, è una delle statue di monarchi spagnoli commissionate per la decorazione del Palazzo reale di Madrid durante il regno di Ferdinando VI. L'idea iniziale era di usarle per adornare la cornice del palazzo; scolpite da Giovanni Domenico Olivieri (1706-1762) e Felipe de Castro (1711-1775), non furono mai collocate nelle posizioni per cui erano state scolpite, ma furono piazzate in altri luoghi della città: Plaza de Oriente, parco del Retiro, porta di Toledo. Alcune furono posizionate in altre città.
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