Aleksej Feofilaktovič PisemskijAleksej Feofilaktovič Pisemskij (in russo Алексей Феофилактович Писемский?; Ramen'e, 22 marzo (11 marzo calendario giuliano) 1821 – San Pietroburgo, 2 febbraio (21 gennaio calendario giuliano) 1881) è stato uno scrittore, drammaturgo e saggista russo. BiografiaPisemskij proveniva da una famiglia di origini nobili, ma indigente. All'Università statale di Mosca iniziò gli studi di matematica e fisica, tuttavia si risolse ben presto a trovare un'occupazione stabile per potersi dedicare interamente alla letteratura. Collaborò alle riviste Il moscovita e Il contemporaneo (Sovremennik), divenendo in breve uno degli autori più popolari e fecondi della seconda metà dell'Ottocento. Suo tratto caratteristico fu l'interesse nei confronti dei gravi problemi della società russa contemporanea, che denunciò con sincerità e fermezza nei suoi scritti. Tra i suoi romanzi e drammi più famosi, di impronta naturalistica e di notevole valore documentaristico, si ricordano: Mille anime, del 1858, fosco ritratto della società russa, che risente dell'influenza di Honoré de Balzac e Nel vortice, del 1871, sull'emancipazione femminile; fra i drammi, Un amaro destino, del 1863, sull'ambiente contadino. Pisemskij fu considerato, sino all'inizio del 1860, di pari dignità letteraria rispetto agli scrittori russi più famosi del suo secolo, Ivan Turgenev e Fedor Dostoevskij Il suo astro si spense improvvisamente, in seguito alla chiusura – imposta dalla censura zarista – della rivista Sovremennik fondata da Puškin. Secondo Dmitrij Petrovič Svjatopolk-Mirskij, il grande dono narrativo di Pisemsky e la sua eccezionale capacità di descrizione della realtà fanno di lui uno dei migliori romanzieri russi[1]. Opere
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