Alberto Rosselli si iscrive inizialmente alla facoltà di ingegneria presso il Politecnico di Milano ma è costretto a interrompere gli studi durante la seconda guerra mondiale. Internato in Svizzera a partire dal ‘43, conoscerà a Losanna Ernesto Nathan Rogers e si avvicinerà all’architettura. Rientrerà in Italia con la fine del conflitto mondiale laureandosi in architettura nel 1947.[2]
Nei primi anni del dopoguerra entra in contatto con Gio Ponti e dal 1949 inizierà a curare la rubrica Disegno per l’industria all’interno della rivista Domus. Questa esperienza, insieme all’istituzione del Premio Compasso d’Oro (1954) lo porterà a ideare Stile Industria, rivista di cui sarà direttore per tutta la sua durata tra il 1954 e il 1963.[3]
Questo apporto e l'insieme dei suoi numerosi articoli e saggi hanno segnato la storia dell'editoria italiana nel campo del design.[4]
Nel 1956 è tra i fondatori e primo presidente dell'ADI (1956–1957), l’associazione per il disegno industriale.[5] Parteciperà in quegli anni a numerosi convegni internazionali come la Design Conference ad Aspen (1956), la World Design Conference a Tokyo (1960) e alle assemblee dell'International Council of Societies of Industrial Design (ICSID) di Venezia, Parigi e Vienna (1961–63).[6]
Per oltre un ventennio porterà avanti la professione di designer collaborando fin dai primi anni ‘50 aziende come Cassina, Rima, Kartell, Saporiti e Montecatini.
Parallelamente, a partire dal 1952 collaborerà con l'architetto Gio Ponti e l'ingegnere Antonio Fornaroli associandosi allo studio Ponti (poi studio Ponti-Fornaroli-Rosselli, PFR) nel quale continuerà a lavorare come architetto per tutta la sua carriera.[3]
È stato un pioniere del disegno industriale e fautore di una nuova didattica improntata su rigorosi criteri di metodo, introducendo la concezione del progetto come vero e proprio “processo decisionale”, ponendo le basi strutturali per la fondazione dell'Area tecnologica della facoltà di architettura del Politecnico di Milano.[4] A partire dal 1963 terrà infatti il corso di Progettazione artistica per l’industria dirigendo al contempo un gruppo di ricerca composto da numerosi ricercatori tra cui Adriana Baglioni, Costantino Corsini, Luigi Moretti, Marco Simonazzi e Giuseppe Turchini.[7]
Rubrica «Disegno per l'industria» su Domus, 1949–1976
Editoriali su Stile Industria, 1954–1963
Gruppo di ricerca diretto da Alberto Rosselli, I metodi del design, Milano, Clup Cooperativa Libraria Universitaria del Politecnico, 1973
Alberto Rosselli, Lo spazio aperto - Ricerca e progettazione tra design e architettura, Milano, Pizzi Editore, 1974
Archivio
L’archivio di Alberto Rosselli è conservato a Milano ed è gestito da Paolo Rosselli, il figlio dell’architetto. L’archivio raccoglie un’ampia documentazione di materiale, comprensiva di fotografie originali, disegni, lettere e relazioni di progetto, prototipi e oggetti finiti[9].
Una parte del materiale originale è stato donato nel 1980 dalla moglie Giovanna Ponti allo CSAC di Parma[10] dove è tuttora conservato.
Maria Cristina Tonelli, Industrial design: latitudine e longitudine. Una prima lezione, Firenze, Firenze University Press, 2008
Grace Lees-Maffei, Kjetil Fallan (a cura di), Made in Italy. Rethinking a Century of Italian Design, Bloomsbury Academic, 2013 ISBN 9780857853899
A. Beyer, B. Savoy, W. Tegethoff, Berlin-Boston, De Gruyter (a cura di), Allgemeines Künstlerlexikon. Die Bildenden Künstler aller Zeiten und Völker, 2018, vol. 99, p. 434. Cristiano Marchegiani, "Rosselli, Alberto"