Alain Guiraudie

Alain Guiraudie nel 2009

Alain Guiraudie (pron. AFI: /alɛ̃ giʁodi/; Villefranche-de-Rouergue, 15 luglio 1964) è un regista, sceneggiatore e scrittore francese.

Biografia

Nativo dell'Aveyron, vive e lavora ad Albi.[1][2] Ammiratore dello scrittore occitano Jean Boudou,[1] storicamente è stato associato a una generazione di autori francesi di difficile classificazione emersa tra anni '90 e 2000, come Laurent Achard, Serge Bozon, Yves Caumon, Marc Fitoussi, i fratelli Larrieu e Philippe Ramos.[2] Molti critici hanno scritto della difficoltà di inquadrare i suoi film in un genere preciso,[1][2][3] parlando di "realismo fantastico" o "féerie civile".[1] Scrivendo per Libération nel 2008, il critico cinematografico Olivier Seguret ha preferito per lui la definizione di "impresentabile", adducendo:

«Sia chiaro: lui si presenta molto bene. Ma è un tipo difficile da presentare. Il maggior regista aveyronnais dopo Georges Rouquier? Il regista francese più fantasmagorico dai tempi di Franju? Il più surrealista di quelli europei dopo Buñuel e Terry Gilliam? Il più finocchio [pédé] dei registi mondiali dopo Pasolini e Fassbinder? Tutto questo, e molto altro ancora, contiene in apparente spensieratezza il mondo di Guiraudie[1]»

Dopo aver scritto e diretto tre cortometraggi negli anni '90, si fa notare nel 2001 con due mediometraggi giudicati molto originali dalla critica francese: Du soleil pour les gueux, ma, soprattutto, Ce vieux rêve qui bouge.[1][2][4] Il primo è un racconto picaresco, mentre col secondo, vincitore del Prix Jean Vigo, riesce a raccontare con cifra surreale sia la classe operaia, ambientandone la vicenda nella settimana precedente la chiusura di una fabbrica dove lui stesso all'epoca lavorava, che la propria omosessualità.[5] La pellicola verrà definita da Jean-Luc Godard come "il miglior film" del Festival di Cannes 2001.[4] Tuttavia, il passaggio al lungometraggio non sarà semplice per Guiraudie e il suo primo tentativo, Non c'è pace per Basile (2003), si rivelerà un flop, arrivando ad incassare di meno e ricevere meno recensioni addirittura del suo precedente mediometraggio.[2]

Conoscerà il più ampio successo di pubblico e critica della sua carriera con il suo quarto lungometraggio nel 2013, Lo sconosciuto del lago,[4] per cui vince anche il premio come miglior regista a Cannes nella sezione Un Certain Regard e la Queer Palm per il miglior film a tematica LGBT, oltre a venire candidato ai Premi César per la miglior regìa e la migliore sceneggiatura originale.

Nel 2014 pubblica il suo primo romanzo, Qui comincia la notte, per i tipi di P.O.L.[5] Due anni dopo torna a Cannes, stavolta in concorso per la Palma d'oro, col film Rester vertical.

Filmografia

Cortometraggi

  • Les héros sont immortels (1990)
  • Tout droit jusqu'au matin (1994)
  • La Force des choses (1997)

Mediometraggi

Lungometraggi

Romanzi

  • Ici commence la nuit (2014)
  • Rabalaïre (2021)
  • Pour les siècles des siècles (2024)

Riconoscimenti

Note

  1. ^ a b c d e f (FR) Olivier Seguret, Alain Guiraudie, le grand d'Albi, in Libération, 8 ottobre 2008. URL consultato il 15 dicembre 2024 (archiviato dall'url originale il 10 settembre 2021).
  2. ^ a b c d e (FR) Philippe Azoury, Alain Guiraudie: dans le maquis, in Les Inrockuptibles, 13 luglio 2005. URL consultato il 15 dicembre 2024.
  3. ^ Mattia Carzaniga, ‘L’uomo nel bosco’ di Alain Guiraudie è davvero il miglior film dell’anno?, in Rolling Stone, 3 dicembre 2024. URL consultato il 15 gennaio 2025.
  4. ^ a b c (EN) Stephen Holden, Unknown No Longer, in The New York Times, 16 gennaio 2014, p. AR4. URL consultato il 15 dicembre 2024.
  5. ^ a b (FR) Pierre Jendrysiak, Intervista ad Alain Guiraudie (1/2), su debordements.fr, 15 maggio 2024. URL consultato il 15 dicembre 2024.

Altri progetti

Collegamenti esterni

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