Aggettivi greci della II classeL'aggettivo è una parte variabile del discorso, strettamente associata al sostantivo per i modi della flessione, oltre che spesso per il tema: è declinabile nel numero e nel caso[1], come il sostantivo, cui è legato dalla concordanza, ma anche dal genere. L'aggettivo greco viene tradizionalmente distinto in due classi: alla prima classe appartengono i temi in -o e -α, che seguono rispettivamente la flessione della II e I declinazione femminile. Della seconda classe fanno parte invece gli aggettivi che seguono la flessione della III declinazione, con temi in consonante (-β-ξ-π-ψ-τ) e vocale debole. Questi aggettivi possono essere a due (maschile e neutro) o tre terminazioni (maschile, femminile, neutro), a seconda che la flessione sia unica per maschile, femminile e neutro, o che sia distinta o separata nei tre generi. Caratteristiche della II classeGli aggettivi della seconda classe seguono la terza declinazione. Occorre però distinguere fra quelli a due uscite, quelli a tre uscite e quelli a una uscita. Quelli a due uscite sono il perfetto parallelo degli omonimi della prima classe, in quanto il femminile coincide col maschile[2]; quelli a tre uscite seguono invece la terza declinazione solo al maschile e al neutro mentre al femminile seguono la prima declinazione con un tema in -jᾰ-. Quelli ad una uscita seguono unicamente la terza declinazione; in questi aggettivi il neutro è di uso talmente raro da essersi identificato col maschile/femminile. Come per i sostantivi della terza declinazione, non esiste un modello unico valido per tutto gli aggettivi di questo gruppo, ma essi si suddividono in base alla consonante o vocale di uscita del tema. Aggettivi a tre usciteTemi in -ντ-
Il tema è πᾰντ-. Il maschile singolare è sigmatico (*πᾰντ-ς > *πᾰνς > *πᾱς > πᾶς). Il femminile singolare viene da *πᾰντ-jᾰ ( > *πᾰνσjᾰ > *πᾰνσᾰ > *πᾱσᾰ > πᾶσα). Il neutro è il puro tema con caduta del -τ-; l'alfa è allungato per analogia con il maschile e il femminile. Questo aggettivo non ha il duale. L'aggettivo πᾶς, insieme ai suoi composti ἅπας e σύμπας, è l'unico a presentare il tema -ᾰντ-; nei due composti i casi retti del neutro singolare hanno il tema regolare in alfa breve, contrariamente alla forma semplice πᾶν.
Gli aggettivi di questo tipo presentano apofonia nel suffisso *-ϝεντ-/*-ϝατ- (< -ϝṇτ-). Il nominativo singolare maschile viene da *χαρίϝεντς ( > *χαρίεντς > *χαρίενς > χαρίεις). Il nominativo singolare femminile viene da *χαρίϝṇτjᾰ ( > *χαρίϝατjα > *χαρίασσα, con passaggio a χαρίεσσα per analogia); dallo stesso suffisso a grado zero viene anche il dativo plurale maschile e neutro, ancora con passaggio di -α- ad -ε- per analogia. Ai casi retti del neutro singolare e al vocativo singolare maschile troviamo il puro tema (*χαρίϝεντ > *χαρίεντ > χαρίεν). Χαρίεις e φωνήεις (φωνήεσσα, φωνῆεν, "sonoro") sono gli unici due aggettivi con tema -εντ- ricorrenti nel dialetto attico[3].
Il tema è ἑκοντ-. Il nominativo maschile singolare, asigmatico, mostra il puro tema con allungamento apofonico di -ο- in -ω-; da notare che ha la stessa flessione del participio presente di εἰμί. Il femminile si comporta come πᾶσα (da *ἑκόντjᾰ), con allungamento di compenso -ο- > -ου-; lo stesso allungamento si ritrova nel dativo plurale maschile e neutro (da *ἑκόντσι(ν)). I casi retti del neutro singolare e il vocativo maschile singolare mostrano il puro tema con caduta di -τ-. Ἑκών e il suo composto ἄκων (*ἄ-ἑκων, "nolente, controvoglia") sono gli unici con il tema -oντ-. In origine ἑκών era un participio isolato derivato dalla radice ϝεκ-, che esprime l'idea di "volere"[4]. Temi in -ν-
Il tema è μελαν-. Il nominativo maschile, sigmatico, fa cadere -ν- e allunga per compenso -α- (*μέλανς > μέλᾱς); il nominativo femminile singolare da *μέλανjᾰ ha, per metatesi, μέλαινα. I casi retti del neutro e il vocativo maschile singolare mostrano il puro tema.
Il tema è τερεν-. Il nominativo maschile singolare è questa volta asigmatico, e assume solo l'allungamento apofonico di -ε- in -η-. Il nominativo femminile singolare deriva da *τέρενjα, in cui lo jod può essere caduto provocando l'allungamento per compenso di -ε-[4], oppure, in modo simile a μέλαινα, lo jod si è spostato per metatesi e vocalizzato. I casi retti del neutro e il vocativo maschile singolare mostrano il puro tema. Nel dativo plurale maschile e neutro la caduta di -ν- in *τέρενσι(ν) non provoca allungamento di compenso per analogia con sostantivi[4]. Temi in liquida
Il tema è μακαρ-. In questo caso la declinazione è molto semplice perché non intervengono modificazioni e le desinenze si uniscono direttamente al tema. Il nominativo maschile singolare può derivare da *μάκαρς, con caduta di sigma. Il femminile deriva da *μάκαρjᾰ, con metatesi e vocalizzazione di jod. Ai casi retti del neutro singolare e al vocativo singolare maschile troviamo il puro tema. Questo aggettivo può anche presentarsi a una sola uscita: ὁ, ἡ, τὸ μάκαρ[4]. Μάκαρ è l'unico aggettivo col tema in liquida. Temi in vocaleSi tratta del gruppo più numeroso di aggettivi a tre uscite; il tema è in -ϝ-/-εϝ-, che determina l'uscita -ύς, -εῖα, -ύ.
Il nominativo maschile e i casi retti del neutro si formano sul grado zero (*ταχϝ > ταχύ-); nel singolare il nominativo maschile è sigmatico e i casi retti del neutro e il vocativo maschile mostrano il puro tema. Il femminile è formato sul grado medio (*ταχέϝ-): *ταχέϝjᾰ > *ταχέjϝα> *ταχέjᾰ > ταχεῖα. Tranne, e solo eventualmente, al duale, non si producono contrazioni. Gli aggettivi di questo gruppo sono sempre accentati sull'ultima sillaba, tranne ἥμισυς, ἡμίσεια, ἥμισυ "mezzo", θῆλυς, θήλεια, θῆλυ "femminile" ed ἐλάχεια, femminile di ἐλαχύς, ἐλάχεια, ἐλαχύ "leggero"[4]. Aggettivi a due usciteCome per i corrispondenti della prima classe, questi aggettivi sono soprattutto composti. Essendo composti, l'accento tende a collocarsi all'inizio della parola. Temi in nasale
Il tema è σωφρον-. Il nominativo maschile/femminile singolare presenta allungamento apofonico di -ο- in -ω-. I casi retti del neutro singolare e il vocativo maschile/femminile singolare presenta il puro tema. Al dativo plurale la caduta di -ν- non provoca allungamento di compenso per analogia con sostantivi. Del tutto simile è anche la declinazione dei temi in -εν- come ἄρρην, ἄρρεν "maschile". Temi in -εσ-
Il tema è εὐγενέσ-. In questo gruppo di aggettivi l'accento cade solitamente sull'interfisso -εσ-; il -σ- dell'interfisso cade sempre lasciando l'-ε- e le vocali della desinenza libere di contrarsi. Al nominativo maschile/femminile singolare -ε- si allunga in -η- per allungamento apofonico. Nei casi retti singolari del neutro e al vocativo singolare maschile/femminile troviamo il puro tema. Temi in dentale
Il tema è ἀχαριτ-. La declinazione è per la maggior parte regolare. Il nominativo singolare maschile/femminile è sigmatico (*ἄχαριτς), con caduta della dentale davanti alla sibilante (lo stesso fenomeno riguarda anche il dativo plurale); i casi retti del neutro singolare e il vocativo singolare maschile/femminile mostrano il puro tema privato del -τ-. Temi in liquida
Il tema è ἀπατορ-. Il nominativo maschile/singolare mostra il puro tema con allungamento apofonico; i casi retti del neutro singolare e il vocativo singolare maschile/femminile mostrano il puro tema. Temi in vocaleI temi in vocale si dividono in -ι- e in -υ-, che danno rispettivamente le uscite -ις, -ι e -υς, -υ.
Il tema è ἰδρι-. La declinazione è del tutto regolare; da notare al dativo singolare i due -ι-, uno del tema e uno della desinenza.
Il tema è εὐβοτρυ-. Altro aggettivo è εὔπηχυς, εὔπηχυ "dalle belle braccia" (tema alternante εὐπηχυ-/εὐπηχεϝ-, dal grado zero si ricava il singolare, dal grado medio il duale e il plurale), che si declina come il sostantivo da cui è derivato πήχυς, πήχεως, tranne al genitivo singolare, in cui esce regolarmente εὐπήχεος. Aggettivi a una uscitaConstano solo del maschile o del neutro. In questi aggettivi le forme neutre si limitano solo all'accusativo singolare (uguale al nominativo) e ai casi retti del plurale (in -α), ma comunque di uso raro. I temi possono essere:
La declinazione non presenta problemi. Aggettivi irregolariAlcuni aggettivi a tre uscite, molto frequenti, mostrano nei maschili e neutri una flessione alternante che segue ora la terza, ora la seconda declinazione con un ampliamento nel tema, comportandosi in quest'ultimo caso come un aggettivo della prima classe; il femminile segue regolarmente la prima declinazione, con il tema ampliato. Questi aggettivi sono μέγας, μεγάλη, μέγα e πολύς, πολλή, πολύ.
I temi sono μεγα- e, con ampliamento, μεγαλο-/μεγαλα-. Il primo, che segue la terza declinazione, si ritrova solo nei casi retti del maschile e neutro singolare; il secondo, che segue la prima e la seconda declinazione, forma tutto il resto della flessione, comportandosi come gli aggettivi della prima classe a tre uscite.
I temi sono πολυ- e, con ampliamento, πολλο-/πολλα-. Il primo, che segue la terza declinazione, si ritrova solo nei casi retti del maschile e neutro singolare; il secondo, che segue la prima e la seconda declinazione, forma tutto il resto della flessione, comportandosi come gli aggettivi della prima classe a tre uscite. L'accento negli aggettiviGli aggettivi hanno frequentemente l'accentazione di parole ossitone, ma ci sono anche termini con fenomeno di baritonesi, e alcuni con una sillaba finale contratta.
ἀγαθός "buono", κακός "cattivo", καλός "bello", δεινός "temibile", Ἑλληνικός "greco", σοφός "saggio", ἰσχυρός "forte", μακρός "lungo", αἰσχρός "vergognoso", ὑψηλός "alto", μικρός "piccolo", πιστός "fedele", χαλεπός "difficile" ἀριστερός "sinistro", δεξιτερός "destro" ἡδύς "piacevole", ὀξύς "tagliente, acuto", βαρύς "pesante", ταχύς "veloce", βραδύς "lento", βαθύς "profondo", γλυκύς "dolce". (Il femminile di tutti questi ha -εῖα.) πολύς "molto", plurale πολλοί "molti", ἀληθής "vero", εὐτυχής "fortunato", δυστυχής "sfortunato", ἀσθενής "debole, malato", ἀσφαλής "sicuro". I termini con accento sulla terzultima: φίλιος "amichevole", πολέμιος "nemico", δίκαιος "giusto", πλούσιος "ricco", ἄξιος "degno", Λακεδαιμόνιος "spartano", ῥᾴδιος "facile" μῶρος "stupido", ἄδικος "ingiusto", νέος "nuovo; giovane", μόνος "solo", χρήσιμος "utile", λίθινος "fatto di pietra", ξύλινος "ligneo" ἄλλος "altro", ἕκαστος "ciascuno", ὑμέτερος "vostro", ἡμέτερος "nostro", ἵλεως 'propizio' εὐμένης "benevolo", δυσώδης "maleodorante", εὐδαίμων "felice". πᾶς, πᾶσα, πᾶν "tutto, ogni", plurale πάντες
ὀλίγος "piccolo, esiguo", ἐναντίος "opposto", πλησίος "vicino", μέγας "grande", fem. μεγάλη, plurale μεγάλοι Con accento perispomeno: Ἀθηναῖος "Ateniese", ἀνδρεῖος "coraggioso", ἑτοῖμος / ἕτοιμος "pronto", ἐρῆμος / ἔρημος "abbandonato" τοιοῦτος "tale", τοσοῦτος "così grande" χρυσοῦς "dorato", χαλκοῦς "bronzeo"
σοφώτερος "più saggio", σοφώτατος "molto saggio" μείζων "più grande", μέγιστος "grandissimo" Gli aggettivi che terminano in -ής hanno il circonflesso nella maggior parte dei finali, dal momento che questi sono contratti: ἀληθής "vero", maschile plurale ἀληθεῖς μῶρος "folle" è ossitono nel Nuovo Testamento:
Ἀθήναιος "Ateniese", da Ἀθηναῖος "ateniese" Γλαῦκος "Glauco", da γλαυκός "dagli occhi grigi"
φίλιος "amichevole" (masc.), φιλίᾱ (fem.)', fem. pl. φίλιαι
πᾶς "tutto", gen. pl. πάντων "di tutti", πασῶν "di tutte". Ma: δίκαιος "giusto", gen. pl. δικαίων (entrambi i sessi)
βελτίων "migliore", neutro βέλτιον Tuttavia, quando il -ν finale era precedentemente * -ντ, l'accento non arretra (questo include i participi neutri):
L'aggettivo μέγας "grande" sposta l'accento sulla penultima nelle forme della parola che contengono lambda (λ): μέγας "grande", plurale μεγάλοι Il maschile πᾶς "tutto" e il neutro πᾶν hanno l'accento sulla finale nel genitivo e dativo, ma solo al singolare: πᾶς 'tutto', gen. sg. παντός, dat. sg. παντί (ma gen. pl. πάντων, dat. pl. πᾶσι). Il participio ὤν 'ente', genitivo ὄντος, ha l'accento fisso. Note
Bibliografia
Voci correlate |