Abbazia di Santa Maria delle Macchie
L'Abbazia di Santa Maria delle Macchie è un monastero benedettino cattolico romano nella frazione Macchie di San Ginesio. StoriaNon è chiaro quando fu fondata l'abbazia benedettina in questo sito. L'uso abbondante del reimpiego dalla vicina città romana di Urbs Salvia, suggerisce che l'abbazia intorno all'VIII secolo e IX secolo, ma le tecniche di costruzione nella cripta del XII secolo suggeriscono la fondazione dopo il X secolo. Una pergamena conservata presso l'archivio della cattedrale di San Severino Marche, dimostra che la struttura nel 1171 esisteva,[1] mentre la prima documentazione confermata è del XIII secolo.[2] Essa è una delle quattro abbazie fondate dai benedettini nel territorio. Nel 1252 fu acquisita dal comune di San Ginesio.[2] Nel 1500 fu proprietà di un privato che ne godeva la rendita. Nel XVI secolo la portata dell'abbazia era limitata, ma persistette come istituzione benedettina fino al 1848, costretti a lasciarla a causa della secolarizzazione dei beni ecclesiastici.[3] Con il Terremoto del Centro Italia del 2016 e del 2017, l'abbazia risulta inagibile.[2] ArchitetturaNel 1658 il cardinale Giovanni Evangelista Pallotta promosse il restauro dell'intero complesso: chiesa e monastero. La cripta in stile romanico ben conservata conserva alcuni dei pochi elementi originali. La facciata in stile barocco del XVII secolo ha un frontone curvo e un precedente rosone fu sostituito da quattro finestre rettangolari scomode. Il portale originale in terracotta ad arco tondo presentava alcuni frammenti di materiali riciclati, di fregi e volute in marmo. Il restauro della chiesa le ha modificato il numero delle navate, diminuendogliele e facendone restare quella centrale. Il presbiterio è elevato per accogliere la cripta e l'abside ha due grandi cappelle.[4] La cripta è il gioiello del sito, con sette navate densamente popolate da colonne e lesene. Alcune colonne sono costruite in stile romanico, con motivi ornamentali di piante e animali, con antichi capitelli ionici romani e altre con steli di marmo.[3] Gli edifici adiacenti possono essere resti del vicino monastero. Note
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