A ciascuno il suo (romanzo)
A ciascuno il suo è un romanzo giallo di Leonardo Sciascia pubblicato per la prima volta nel 1966 dalla casa editrice Einaudi. È il secondo romanzo poliziesco di Sciascia ed è ispirato all'assassinio del commissario di pubblica sicurezza di Agrigento Cataldo Tandoy (1960)[1]. Il titolo è la traduzione dell'espressione latina unicuique suum, stampata sul retro della lettera minatoria che compare nel racconto ed elemento rilevante per l'indagine. TramaIn una calda estate del 1964, in un piccolo borgo dell'entroterra siciliano, il farmacista del paese, tale Manno, riceve una lettera minatoria riportante un messaggio di morte. L'uomo, benvoluto da tutti i compaesani ed estraneo alla politica, aveva un'unica passione: la caccia. Incoraggiato anche dagli amici nell'ipotesi che si tratti di una burla, non dà peso alla lettera e viene tragicamente ucciso durante una battuta di caccia insieme all'amico, il dottor Roscio. Gli inquirenti ipotizzano che il movente dell'assassino sia stata la presunta relazione di Manno con una frequentatrice della farmacia, ma questa pista si rivela sbagliata. Solo il professore Laurana, quasi ossessionato dall'omicidio, è l'unico a cogliere la pista giusta, avendo notato una parola stampata sul retro delle lettere di giornale utilizzate per la composizione della minatoria: unicuique; tale parola trattasi d'un motto latino che apre la prima pagina de L'Osservatore Romano, il quotidiano della Città del Vaticano, che ricevono solo due persone in paese: il parroco di Sant'Anna e l'Arciprete. Laurana, recandosi prima da uno e poi dall'altro per approfondire la cosa, intuisce che il vero bersaglio degli assassini del farmacista Manno era in realtà il dottor Roscio, e che perciò il farmacista era servito solamente come specchietto per le allodole. Si reca dunque dalla vedova e dal padre di Roscio e trova infine la soluzione del delitto: il dottor Roscio aveva scoperto la relazione che sua moglie, Luisa, aveva con il proprio cugino, l'avvocato Rosello, e che ormai continuava da anni. Proprio a causa d'un ultimatum che il dottor Roscio aveva lanciato all'arciprete Rosello, in cui se il nipote non avesse troncato la tresca con la cugina il dottore avrebbe pubblicato dei documenti compromettenti in cui erano riportati tutti i suoi numerosi intrallazzi con faccendieri e politici corrotti, l'avvocato reagisce facendolo uccidere da un sicario. Laurana, che inizialmente si propone di tenere per sé i risultati della sua indagine, continuando per la sua strada, viene però sedotto ed ingannato dalla bella Luisa che, in accordo con il cugino, vuole liberarsi della pericolosa testimonianza che egli potrebbe costituire se lasciato in libertà. Mentre il corpo del professor Laurana giace in una zolfara, Rosello e la vedova Roscio si fidanzano ufficialmente, rendendo dunque evidente che erano stati proprio la bella Luisa e il cugino a liberarsi del dottore per poter felicemente vivere insieme. PersonaggiPersonaggi principali
Personaggi secondari
FilmografiaDal romanzo venne tratto un film omonimo nel 1967, diretto da Elio Petri e sceneggiato da questi insieme a Ugo Pirro[2]. Il film segna l'inizio del sodalizio artistico fra il regista Petri, lo sceneggiatore Pirro e Gian Maria Volonté, che v'interpreta il ruolo del professor Laurana, a cui seguiranno altri fortunati film nel corso degli anni settanta. Edizioni
Note
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