180 mm S-23
L'S-23 (in russo 180-мм пушка С-23) è un cannone a lunga gittata, di elevata potenza, prodotto in Unione Sovietica ed entrato in linea nelle divisioni di artiglieria negli anni '50.[1] Le stime fatte in basate sulle scarse informazioni disponibili in Occidente gli attribuirono, in un primo tempo, un calibro di 203 mm e solo dopo la guerra del Kippur, in cui esemplari forniti agli eserciti dei paesi arabi furono catturati da Israele, si scoprì che questo era di 180 mm. L'S-23 era infatti derivato dalle artiglierie navali degli incrociatori classe Kirov, dotate di una gittata straordinariamente elevata per il loro calibro. A parte la notevole eccezione dell'M107, solo con l'avvento dei cannoni da 155/45mm sulla fine degli anni '70 la gittata dell'S-23 fu superata, e anche così solo di poco e solo con munizioni di tipo speciale, come i proiettili assistiti a razzo o base bleed. Ma con munizioni a razzo, anch'esse disponibili, l'S-23 è rimasto imbattuto dalle armi d'artiglieria occidentali per decenni. Oltre al munizionamento ordinario, questo cannone, assegnato alle artiglierie d'armata sovietiche, poteva anche sparare proiettili a razzo, del peso di circa 100 kg, con gittata di oltre 40 km e testate nucleari da 0,2 Kt di potenza. Unico limite del S-23 era la cadenza di tiro che non superava il colpo al minuto. Si è comunque trattato di un'arma che non aveva paragoni in occidente, degno complemento dei mobili M-30 e degli M-46, più piccoli e quasi dello stesso livello di gittata (non casualmente, derivati anche in tal caso da cannoni navali). Essa non è stata mai sistemata su semoventi, ma è stata esportata in diversi Paesi alleati. Note
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