Trattato internazionale sulle risorse fitogenetiche per l'alimentazione e l'agricolturaIl trattato internazionale sulle risorse fitogenetiche per l'alimentazione e l'agricoltura (International Treaty on Plant Genetic Resources for Food and Agriculture ITPGRFA), comunemente conosciuto come "trattato internazionale" o "trattato internazionale sui semi", è un accordo internazionale multilaterale che mira a garantire la sicurezza alimentare attraverso la conservazione, lo scambio e l'uso sostenibile delle risorse fitogenetiche mondiali per l'alimentazione e l'agricoltura, così come pure l'equa condivisione dei benefici che possa nascere dal suo uso, in accordo con la Convenzione sulla diversità biologica. Storia e obiettiviIl trattato riconosce i diritti degli agricoltori ad:
Il trattato fu creato per fornire un sistema multilaterale di accesso alle risorse fitogenetiche e per garantire uno scambio equo dei benefici derivanti dal loro uso. Il trattato ha sviluppato una lista di 64 dei più importanti alimenti e foraggi vegetali, essenziali per la sicurezza e l'interdipendenza alimentare, per i quali si applicano le regole del trattato. La valorizzazione e la salvaguardia del sapere indigeno, che spesso rappresenta una fonte essenziale per la conoscenza della biodiversità e del suo utilizzo sostenibile, sono anche elementi fondanti del trattato. Il trattato fu sviluppato dalla Commissione per le risorse genetiche per il cibo e l'agricoltura (CGRFA) della FAO che, per un periodo iniziale ne ha costituito il suo corpo direttivo interinale. Ora il trattato il suo proprio Segretariato, ospitato presso la FAO dell'ONU, ed ha un suo organismo decisionale chiamato Governing Body. Il Governing Body si riunì per la prima volta a Madrid nel giugno 2006 [1] Archiviato il 25 febbraio 2008 in Internet Archive.. Il negoziatoIl trattato fu negoziato per ben sette anni. Un primo accordo volontario, il UI o International Undertaking on Plant Genetic Resources for Food and Agriculture (impegno internazionale sulle risorse fitogenetiche per l'alimentazione e l'agricoltura), fu adottato nel 1983. L'UI si basava sull'assunto che le risorse genetiche fossero patrimonio comune dell'umanità. La Convenzione sulla diversità biologica riconobbe la natura speciale e distintiva delle risorse agrogenetiche:
In seguito la IU è stata rinegoziata per armonizzarsi con la Convenzione sulla diversità biologica, e fu istituita come trattato internazionale. Il trattato è entrato in vigore il novantesimo giorno dopo il deposito del quarantesimo documento di ratifica, di accettazione, di approvazione o di adesione, a condizione che almeno venti documenti di ratifica, di accettazione, di approvazione o di adesione sono stati depositati da membri della FAO. DiscussioneUn utilizzo intelligente delle risorse fitogenetiche è essenziale per sviluppare una agricoltura sostenibile e per la sicurezza alimentare globale. La FAO stima che per cibarsi gli esseri umani abbiano usato circa 10000 specie. Ad oggi solo circa 120 specie coltivate soddisfano il 90% del fabbisogno alimentare umano. Di queste, quattro (mais, grano, riso, patate) forniscono da sole circa il 60% delle calorie nella popolazione mondiale. Della miriade di varietà sviluppate dai contadini nei millenni, che formano una parte importante della biodiversità, più del 75% è stata persa negli ultimi 100 anni. Alcuni temono che interessi aziendali e finanziari, che sono stati alla base della forte riduzione di un uso diversificato delle risorse genetiche, potrebbero continuare a rendere sempre più difficile salvaguardare la diversità della vita da cui dipende il benessere umano nel lungo periodo. La promozione della sicurezza alimentare, la salvaguardia della biodiversità, un'agricoltura sostenibile, ricca e sotto il controllo delle comunità locali, e la realizzazione di diritti degli agricoltori sono invece elementi essenziali per una crescita sostenibile. Esistono alcune critiche su alcuni problemi centrali, irrisolti o ancora aperti all'interpretazione. Esattamente sono:
Il trattato al momento è attivo esclusivamente per le 64 specie identificate dal negoziato. Mentre l'intera famiglia vegetale Brassica (crucifera) con incluse tutte le sue sottospecie e varianti comprende in realtà un numero molto limitato di colture alimentari e foraggi tra quelli inclusi nel trattato, la soia, la canna da zucchero e l'olio di palma e le arachidi, sono tra le più importanti colture mancanti dalla lista dell'accordo multilaterale. Paesi membriPartecipano 116 parti al trattato (115 nazioni e l'Unione Europea). Hanno successivamente firmato il trattato: Argentina, Capo Verde, Cile, Colombia, Haiti, Isole Marshall, Macedonia, Malta, Nigeria, Repubblica Dominicana, Serbia e Montenegro, Stati Uniti d'America, Swaziland, e Thailandia (Totali 14). Altri membri che sono membri della Commissione FAO sulle risorse genetiche per il cibo e l'agricoltura ma, non hanno firmato o non sono parte del trattato internazionale sui semi: Albania, Antigua e Barbuda, Azerbaigian, Bahamas, Barbados, Belize, Bolivia, Bosnia ed Erzegovina, Botswana, Cina, Comore, Corea del Sud, Croazia, Dominica, Figi, Gambia, Georgia, Giappone, Grenada, Guinea Equatoriale, Guyana, Iraq, Isole Salomone, Israele, Kazakistan, Messico, Mongolia, Mozambico, Nepal, Nuova Zelanda, Papua Nuova Guinea, Qatar, Ruanda, Saint Kitts e Nevis, Saint Vincent e Grenadine, San Marino, Seychelles, Slovacchia, Sri Lanka, Sudafrica, Suriname, Tonga, Ucraina, Vanuatu e Vietnam (Totali 45). Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni
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