Scorpius X-1
Scorpius X-1 è un sistema binario a eclisse composto da una stella blu e da una stella di neutroni formanti in particolare una stella binaria a raggi X di piccola massa. Il sistema si trova ad una distanza di circa 9.000 anni luce, ossia circa 2.800 parsec, dalla Terra, nella costellazione dello Scorpione[2] e, dopo il Sole, rappresenta la sorgente di raggi X che appare più intensa nel cielo.[3] Il flusso di raggi X di questa sorgente, che è stata tra l'altro la prima sorgente di raggi X extrasolare ad essere scoperta,[3] varia quotidianamente ed è associato con la stella V818 Scorpii, avente una magnitudine apparente che varia da 12 a 13.[4] Scoperta e primi studiAll'inizio degli anni sessanta, la possibilità dell'esistenza di deboli sorgenti extrasolari di raggi X fu per la prima volta proposta da Bruno Rossi, professore al MIT e presidente del consiglio di amministrazione della American Science and Engineering (AS&E), a Martin Annis, presidente della AS&E. Dando seguito a questa intuizione di Rossi, l'azienda riuscì ad ottenere un contratto dall'aeronautica militare statunitense perché effettuasse una ricognizione della superficie lunare prima di un'eventuale spedizione di astronauti e scoprisse anche eventuali sorgenti galattiche di raggi X. Scorpius X-1 fu scoperto proprio nell'ambito di questa ricerca, quando, il 12 giugno 1962 (secondo altre fonti il 19 giugno[5][6]), un team coordinato da Riccardo Giacconi lanciò un razzo Aerobee 150 con a bordo un rivelatore di raggi X deboli progettato da Frank Paolini.[7] Nonostante la traiettoria del razzo fosse leggermente differente da quella prevista, il rivelatore riuscì comunque a identificare un'importante emissione di raggi X deboli non provenienti dalla Luna, scoprendo, abbastanza fortunosamente, come ammesso dallo stesso Paolini, la prima sorgente extrasolare di raggi X: Scorpius X-1. La risoluzione angolare del rivelatore non permise inizialmente di determinare con accuratezza la posizione di Scorpius X-1 e ciò portò a ipotizzare che la sorgente potesse essere vicino al centro della Via Lattea, ma, grazie a una ripetizione dell'esperimento nel giugno 1963, alla fine si riuscì a capire che essa era localizzata nella costellazione dello Scorpione[4] e, essendo la prima sorgente di raggi X scoperta in questa costellazione, fu deciso di battezzarla Scorpius X-1. «La strumentazione era stata progettata per tentare di osservare raggi X provenienti dalla Luna e non era dotata di un collimatore che restringesse il campo visivo. Come risultato, il segnale fu molto ampio e non fu possibile ottenere una definizione accurata della dimensione e della posizione della sorgente. Un esperimento analogo fu ripetuto nell'ottobre del 1962 quando il centro galattico era sotto l'orizzonte e la sorgente non fu osservata. Un terzo tentativo, nel giugno 1963, confermò i risultati del volo del 1962» Nel 1967 (prima della scoperta delle pulsar), esaminando le osservazioni ai raggi X e nel campo del visibile di Scorpius X-1, Iosif Shklovsky arrivò alla giusta conclusione secondo la quale i raggi X provenivano da una stella di neutroni che stava acquisendo massa da una compagna.[9] CaratteristicheIl sistema Scorpius X-1 è costituito, come detto, da una stella di neutroni la cui enorme gravità strappa massa da una stella vicina, V818 Scorpii, portando al fenomeno del vento stellare. Quando il materiale è accelerato dal campo gravitazionale della stella di neutroni si ha l'emissione di raggi X e quando esso cade sulla superficie della stella si ha un enorme rilascio di energia. La radiazione X emessa dal sistema è pari a 2,3×1031 W, ossia a circa 60 000 volte la luminosità solare,[2] e Scorpius X-1 mostra una variazione regolare di intensità pari a 1 magnitudine con un periodo di circa 18,9 ore, sintomo del fatto che le stelle si eclissano vicendevolmente alla vista dalla Terra.[4] Le masse delle due stelle sono stimate in 1,4 masse solari per la stella di neutroni e 0,42 masse solari per la stella compagna[10] e il sistema è stato quindi classificato come stella binaria a raggi X di piccola massa. Date tali masse, la luminosità misurata di Scorpius X-1 è corrispondente a quella di un siffatto sistema in cui la stella di neutroni sta acquisendo massa al suo limite di Eddington.[2] Circa l'origine del sistema, si ritiene che le due stelle non siano nate assieme e che il sistema binario possa essersi formato in seguito a un incontro ravvicinato avvenuto all'interno di un ammasso globulare.[11] Note
Collegamenti esterni
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