Riserva naturale orientata Capo Gallo
La riserva naturale orientata Capo Gallo è un'area naturale protetta, situata nel comune di Palermo e istituita dalla Regione Siciliana nel 2001. Il territorio, la cui estensione è di circa 586 ettari, è caratterizzato da un'eterogeneità di habitat e dalla presenza di numerose specie endemiche, ragione per cui è compreso nell'elenco dei siti di importanza comunitaria[1]. Inoltre, nell'area della riserva ricadono diverse grotte di notevole interesse archeologico per le testimonianze di antiche civiltà rinvenute al loro interno[2]. La riserva è inserita nel Piano Regionale dei Parchi e delle Riserve ed è gestita dall'Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana, che ha compiuto numerosi interventi volti a ricreare le condizioni ambientali originarie del territorio e a renderlo fruibile al pubblico. Il gestore ha proceduto alla sistemazione dei sentieri preesistenti, alla creazione di staccionate, muretti, recinzioni, alla pulitura del sottobosco e, successivamente, ad una periodica manutenzione per dare ai visitatori la possibilità di godere appieno della bellezza del luogo pur nel completo rispetto dell'ambiente. TerritorioLa riserva comprende una area di quasi 586 ettari ed è costituita essenzialmente dal Monte Gallo, un massiccio carbonatico, formatosi decine di milioni di anni or sono fra il periodo Mesozoico e l'Eocene medio. Il Monte Gallo termina in un promontorio, denominato Capo Gallo, sul quale è situato un faro che ne segnala la posizione. Il promontorio si trova nella zona nord-occidentale di Palermo e separa i due golfi di Mondello e Sferracavallo, che ospitano gli omonimi quartieri marinari della città. Capo Gallo fa parte del territorio comunale di Palermo che, avendo già dal 1996 la Riserva di Monte Pellegrino, può vantare il singolare primato di possedere ben due riserve naturali entro i propri confini. Il lato costiero della Riserva di Capo Gallo si estende dal capo omonimo verso ovest fino a Punta Barcarello e, data la natura carsica delle rocce, il mare le ha modellate nelle forme più bizzarre, formando una serie di grotte affascinanti, come la Grotta dell'olio che ricorda un po' la famosissima Grotta azzurra di Capri. Nell'antichità queste grotte furono abitate dall'uomo e in talune di esse sono stati rinvenuti graffiti preistorici ed altri reperti archeologici di notevole importanza. Per accedere a buona parte della riserva è necessario l'approdo marino, visto che i collegamenti terrestri che partono dalle due borgate marinare non si incontrano. Per tale ragione nel punto centrale della riserva viene spesso praticato il naturismo. I luoghi più agevoli da raggiungere sono spesso affollati nella stagione estiva a causa della vicinanza al mare e la riserva tutta è posta sotto la vigilanza delle guardie naturalistiche del parco che controllano il rispetto dei regolamenti da parte di turisti e bagnanti. Il tratto di mare che unisce Capo Gallo con la vicina Isola delle Femmine è stato dichiarato riserva marina. Più precisamente l'Area naturale marina protetta Capo Gallo - Isola delle Femmine (tale è la corretta denominazione), istituita con decreto del Ministero dell'Ambiente del 24 luglio 2002, ha una superficie di 2.173 ettari e la sua gestione è affidata al consorzio creato tra i Comuni di Palermo e quello di Isola delle Femmine. FloraSul litorale roccioso allignano specie alofite, resistenti alla salsedine, come il finocchio di mare (Crithmum maritimum) e diverse specie di Limonium, tra cui il raro endemismo Limonium panormitanum ed il più comune Limonium bocconei. Nei mesi di aprile e maggio la fascia litoranea si colora per la fioritura del papavero giallo (Glaucium flavum). Il versante meridionale del promontorio è costituito da un arido pendio roccioso ricoperto da prateria mediterranea ad ampelodesma, con esemplari arborescenti di Opuntia ficus-indica e sporadici arbusti di euforbia (Euphorbia dendroides), ginestra spinosa (Calicotome spinosa) e camedrio (Teucrium chamaedrys). Il versante settentrionale ospita una vegetazione cespugliosa di gariga (Calicotome spinosa, Teucrium fruticans) ed elementi della macchia mediterranea quali la palma nana (Chamaerops humilis), l'euforbia (Euphorbia dendroides), il lentisco (Pistacia lentiscus), il cappero (Capparis spinosa), l'erica (Erica multiflora), differenti specie di Cistus, il mirto (Myrtus communis), il timo (Thymus capitatus), il sommacco siciliano (Rhus coriaria), l'asparago spinoso (Asparagus acutifolius), l'alaterno (Rhamnus alaternus), l'orniello (Fraxinus ornus), l'olivastro (Olea europaea var. sylvestris) e la ruta d'Aleppo (Ruta chalepensis). In aree ristrette sopravvivono inoltre lembi di lecceta, vestigia dell'antica foresta mediterranea sempreverde che un tempo dominava quest'area. Sulle pareti a strapiombo si trovano alcuni endemismi come la Centaurea ucriae, la Glandora rosmarinifolia, la Genista gasparrini ed il Delphinium emarginatum. Da segnalare poi alcuni rari endemismi puntiformi quali la camomilla del Monte Gallo Anthemis ismelia, lo sparviere del Monte Gallo Hieracium lucidum e l'orchidea Ophrys sphegodes subsp. panormitana. Un cenno particolare merita una pianta avventizia molto diffusa, il Pennisetum setaceum, una graminacea nordafricana introdotta nell'Orto botanico di Palermo per essere sperimentata come pianta da foraggio, che oggi si è diffusa spontaneamente in gran parte della Sicilia. Una menzione finale meritano poi le praterie di Posidonia oceanica, una pianta acquatica (da molti ritenuta erroneamente un'alga) che popola i fondali sabbiosi del tratto di mare che circonda la Riserva. FaunaTra i mammiferi presenti nella riserva vanno citati la volpe, il coniglio selvatico e l'endemico toporagno siciliano (Crocidura sicula), oltre al topo domestico ed al topolino selvatico. Numerose le specie di uccelli presenti: passero solitario (Monticola solitarius), fringuello, verzellino, pettirosso, cincia, merlo, occhiocotto, colombaccio, luì piccolo. Numerosi rapaci stanziali tra cui il falco pellegrino (Falco peregrinus), la poiana, il gheppio e l'allocco, + il falco pecchiaiolo (migratore). Altri migratori: cicogna bianca, gruccione, cuculo. Tra i rettili oltre alla Lucertola campestre ed alla Lucertola siciliana sono presenti il ramarro (Lacerta bilineata), il gongilo (Chalcides ocellatus), comunemente denominato "tiro", ed il biacco (Coluber viridiflavus). Nei vecchi abbeveratoi presenti nella riserva si possono trovare alcune specie di anfibi tra cui il rospo smeraldino siciliano (Bufotes boulengeri siculus), simbolo della Riserva. Nelle acque delle pozze stagionali è possibile osservare anche dei piccoli crostacei anostraci (Branchipus schaefferi e Chirocephalus diaphanus), veri e propri "fossili viventi". La linea di costa infine è caratterizzata dalla presenza del trottoir a vermeti, una biostruttura tipica del Mar Mediterraneo, costituita dai gusci calcarei di molluschi della famiglia dei Vermetidi. AccessiI punti di accesso sono tre:
Note
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