Psammetico I
Psammetico I (... – 610 a.C.) è stato un faraone della XXVI dinastia (saitica) dell'Egitto. BiografiaIl nome con cui è comunemente noto, Psammètico, deriva dallo Psammetichos (gr. Ψαμμήτĭχος[1]) degli epitomatori di Manetone (Sesto Africano ed Eusebio di Cesarea) che a sua volta deriva dall'egizio Psametek, che potrebbe significare uomo di Methek (o Metjek), con riferimento ad una sconosciuta divinità, ma anche venditore di vini di Metjek con riferimento ad una località non identificata. Alcuni studiosi sono propensi nel ritenere che si tratti solamente dell'errata trascrizione di un nome straniero, probabilmente assiro, che abbia messo in difficoltà gli scribi egizi a causa della mancanza di elementi grafici adatti. Psammetico è considerato, da molti storici, il fondatore della XXVI dinastia; con lui inizia quello che viene chiamato Periodo tardo. A questo sovrano è da attribuire la riunificazione dell'Egitto dopo l'anarchia ed il frazionamento politico che avevano caratterizzato il Terzo periodo intermedio. Psammetico ebbe un regno notevolmente lungo: 54 anni come riportano Sesto Africano ed Erodoto mentre Eusebio di Cesarea gliene attribuisce solamente 45; comunque il suo regno è ben attestato da varie fonti non solo egizie ma anche assire. Figlio di Necao I di Sais ottenne dagli occupanti assiri, grazie alla fedeltà del padre, il governo della città di Atribi. Dagli annali assiri sappiamo che il padre di Psammetico era capo di una confederazione di venti principi del delta dell'Egitto, confederazione approvata da Esarhaddon e confermata, poi, da Ashshurbanipal, confederazione che venne sconfitta dall'ultimo sovrano della XXV dinastia, Tanutamani, a sua volta sconfitto, e costretto a rifugiarsi in Nubia, dall'esercito assiro. CulturaIl lungo regno di Psammetico fu un periodo di profondo rinnovamento dell'Egitto sotto molteplici aspetti. In campo artistico si ebbe un ritorno a forme tradizionali risalenti al Medio e Nuovo regno. Nel 2017 al Cairo è stata ritrovata una statua colossale di Psammetico I in quarzite. Ridotta in minuti frammenti, era alta in origine ben 8 metri e contiene il nome completo di Psammetico sul cartiglio posteriore. Il faraone è raffigurato in piedi, mentre avanza, come analoghe statue di Ramses II. Sul pilastro dorsale Psammetico adora il dio di Eliopoli, Atum. La forma demotica della scrittura, inizialmente introdotta come una stenografia iniziò ad essere usata anche in campo letterario, innovazione che si sviluppò, poi, pienamente, durante la seguente dominazione persiana. Anche la religione subì un processo di evoluzione/involuzione con la fissazione nella teogonia Menfita delle tradizioni sulla creazione del mondo e sui rapporti tra gli dei. A questo periodo risalgono anche le numerose ipostasi animali di divinità, pratica che proseguirà poi nel periodo persiano, e il definitivo allontanamento dal pantheon ufficiale di Seth. A questo sovrano è attribuito l'ampliamento del Serapeo di Saqqara. Anche il commercio visse un periodo di sviluppo grazie alla presenza di mercanti fenici e greci; soprattutto questi ultimi svolsero un fondamentale ruolo per l'economia egizia al punto da ottenere il permesso di fondare una loro città, Naucrati, sul ramo canopico del Nilo. Erodoto racconta che Psammetico volle sapere quale fosse la lingua più antica. Affidò due neonati ad un pastore, con l'ordine che non rivolgesse mai loro la parola. La prima parola che i due bimbi pronunciarono fu bekos, una parola che, come si scoprì poi, apparteneva alla lingua frigia. Titolatura
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