Parerga e paralipomena
Parerga e paralipomena (Parerga und Paralipomena: kleine philosophische Schriften, 1851) è una raccolta di scritti "minori" di Arthur Schopenhauer (1788-1860). Il titolo dell'opera potrebbe essere tradotto come digressioni e omissioni[1]. La prima edizione uscì in due volumi nel novembre del 1851 presso la Druck und Verlag von A. W. Hayn di Berlino, dopo che l'autore vi aveva lavorato per sei anni, dal 1845 al 1850. Insieme con Il mondo come volontà e rappresentazione, questi scritti formano i quattro quinti dell'opera del filosofo[2]. Si dice che tutti i lavori successivi vi fossero destinati, ma l'autore non riuscì a completare una seconda progettata edizione. L'opera segnò l'inizio della diffusione del pensiero di Schopenhauer che fino al 1851 era stato completamente ignorato.[3] Altri scritti, lasciati all'allievo Julius Frauenstädt (1813-1879), confluirono nella seconda edizione del 1862 (presso lo stesso editore), ma è solo dall'edizione delle Sämtliche Werke (Liepzig, 1891, volumi 4 e 5) a cura di Eduard Grisebach, e più rigorosamente in quella successiva a cura di Paul Deussen (München, 1913, volumi 4 e 5) che si comincia a comprendere il carattere definitivo dell'opera. Altre edizioni successive, a cura di Ernst Bergmann (Reclam, 1920-21, che riprendeva e migliorava il lavoro di Grisebach) e di Arthur Hübscher (1946-51) fanno ulteriori tentativi di ampliare il testo secondo i desideri del filosofo. La struttura del testoDopo un motto tratto da Giovenale (Vitam impendere vero), l'opera ha una breve premessa del dicembre 1850. Seguono quindi i saggi Tomo primo
Tomo secondo
Edizioni italianeL'edizione italiana completa, a cura di Giorgio Colli e Mario Carpitella, rispettivamente del primo e del secondo tomo, quest'ultimo tradotto da Mazzino Montinari (capitoli 1-14) ed Eva Amendola Kühn (capitoli 15-31), si basa sulle edizioni Bergmann e Deussen, ed è stata pubblicata da Boringhieri nel 1963 e, ampliata, da Adelphi nel 1981. Singoli saggi sono stati tradotti precedentemente da Oscar Chilesotti (gli Aforismi sulla saggezza nella vita, 1885); da Giovanni Papini (La filosofia delle università, Carabba 1909; Studio Tesi, 1992); da Mario Cerati (Pensieri e frammenti, Sonzogno, 1911); da Ervino Pocar (La vita saggia, 1945; Aforismi sulla saggezza del vivere, Silva, 1968; Longanesi, 1986); da Eugenio Battisti (Aforismi sulla saggezza, Utet, 1952); o successivamente, da Piero Martinetti (Morale e religione, Mursia, 1981); da Carmelo Spinelli (Ferraro, 1987); Da Anacleto Verrecchia (Sulla filosofia da università, Tea, 1992); da Bettino Betti (Aforismi per una vita saggia, Rizzoli, 1993); da Francesca Ricci (Saggio sulla visione degli spiriti, Newton Compton, 1993), da Franco Venturi (Discorso sulle donne, La vita felice, 2003) ecc. o pubblicati singolarmente dalla stessa Adelphi con introduzioni di Manlio Sgalambro, Franco Volpi ecc. Note
Bibliografia
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