Leonzia (filosofa)Leonzia (in greco antico: Λεόντιον?, Leóntion, in latino Leontium; fl. 300 a.C.) è stata una filosofa greca antica epicurea. BiografiaAllieva di Epicuro, fu la compagna di Metrodoro di Lampsaco[1], brillante[2] esponente epicureo. Su di lei abbiamo poche informazioni; potrebbe essere stata un'etera[3], anche se non si può escludere che si tratti di una calunnia misogina o di propaganda anti-epicurea. D'altra parte, è noto che le etere godevano, nella Grecia del tempo, di una indipendenza che veniva negata alle donne "comuni". Questa indipendenza avrebbe permesso a Leonzia di frequentare il Giardino, la scuola filosofica di Epicuro, che, diversamente dalle altre, permetteva la partecipazione di donne e schiavi. Diogene Laerzio ci ha tramandato una parte di una lettera che Epicuro scrisse a Leonzia, che viene lodata dal maestro per le sue valide argomentazioni contro alcune dottrine filosofiche, non specificate da Diogene[4]. Secondo Plinio il Vecchio, fu ritratta dal pittore Aristide di Tebe in un'opera intitolata Leonzia pensa a Epicuro[5]. Contro TeofrastoSecondo Cicerone, Leonzia avrebbe polemizzato contro Teofrasto, il secondo scolarca della Scuola peripatetica[6]. (LA)
«sed meretricula etiam Leontium contra Theophrastum scribere ausast — scito illa quidem sermone et Attico, sed tamen: tantum Epicuri hortus habuit licentiae.» (IT)
«Ma persino una cortigianella da quattro soldi come Leonzia non si è peritata di attaccare per iscritto Teofrasto? È vero che sapeva parlare con cognizione di causa ed in perfetto stile classico, ma era sempre una cortigiana! Ecco a che punto di spudoratezza è giunto il giardino di Epicuro!» [7]. Note
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