Nel 1868 intraprese, su incarico della Fondazione Alexander von Humboldt di Berlino, un viaggio nel corso superiore del Nilo. Nel 1869 viaggiò da Khartum, risalendo il Nilo, verso Faschoda e la zona dello Dschur. Spingendosi sempre avanti con i cacciatori di schiavi, attraversò le terre dei Bongo, dei Schilluc, dei Nuer e dei Dinka, quindi un viaggio fra i, secondo lui, cannibali Niam-Niam, visitò le terre dei Mittu e dei Madi e nel 1870 scoprì, nelle terre degli allora ancor sconosciuti (e ritenuti da lui cannibali) Mangbetu, il fiume Uele. Scoprì anche la popolazione pigmea degli Akka, chiudendo così la polemica sulla possibile esistenza di popolazioni nane in Africa. Dopo aver superato grosse difficoltà, rientrò nel luglio 1871 a Karthoum. Nel 1873-1874 viaggiò in Libano e nel deserto libico, accompagnando l'esploratore tedesco Friedrich Gerhard Rohlfs.
Nel 1875 si stabilì al Cairo ove fondò, sotto gli auspici del KedivèIsma'il Pascià, la Società Geografica e nel 1876 entrò nel deserto arabo con Paul Güssfeldt e continuò le sue esplorazioni ad intervalli, fino al 1888: durante il medesimo periodo compì indagini nel Fayum, nella valle del Nilo. Divenne così esperto di politica coloniale e nel 1887 divenne membro della Società Coloniale Tedesca.[1] In proposito ebbe influenza sulle acquisizioni e sull'organizzazione delle colonie tedesche ed esortò, in pubbliche conferenze, come nel 1887, la loro diretta occupazione.[2] Più, tardi nel 1885, gli venne rimproverato di aver utilizzato le sue memorie di viaggio, soprattutto quelle dettagliate sul cannibalismo, per ostentare un atteggiamento filantropico.[3]
Nel 1889 rientrò a Berlino, ma nel 1891, 1892 e 1894 visitò la colonia Italiana dell'Eritrea.
Dal 1872 fu membro, e dal 1906 membro onorario, della Società berlinese per l'Antropologia, l'Etnologia e la Preistoria.
Schweinfurth rimase scapolo. Egli assemblò e pubblicò raccolte, che ancor oggi vengono utilizzate dagli scienziati. La sua opera principale fu Im Herzen von Afrika (Nel cuore dell'Africa).
Alla sua morte, la salma venne inumata nell'Orto botanico di Berlino. Successivamente la sua tomba venne dichiarata monumento della città.[4] In Germania numerose vie cittadine sono a lui intitolate.
Auf unbetretenen Wegen in Aegypten Hoffmann und Campe, Hamburg 1922
Afrikanisches Skizzenbuch Deutsche Buch-Gemeinschaft, Berlin 1925
Note
^(DE) Michael Schubert: Der schwarze Fremde: das Bild des Schwarzafrikaners in der parlamentarischen und publizistischen Kolonialdiskussion in Deutschland von den 1870er bis in die 1930er Jahre. Steiner, Stuttgart 2001, S. 96, Anm. 111.
^(DE) Matthias Fiedler: Zwischen Abenteuer, Wissenschaft und Kolonialismus: der deutsche Afrikadiskurs im 18. und 19. Jahrhundert. Böhlau, Köln 2005, S. 100.
^(DE) Wilhelm Schneider: Die Naturvölker, Missverständnisse, Missdeutungen und Misshandlungen. Paderborn 1885, S. 170.
(DE) Georg Schweinfurth: Im Herzen von Afrika 1868–1871. Erdmann, Stuttgart 1984, ISBN 3-522-60450-4.
(DE) Manfred Kurz: Der Afrikaforscher Georg August Schweinfurth (1836–1925). Zum Gedenken an seinen 150. Geburtstag, in: Kraichgau 10, 1987, S. 125–131.
(DE) Christoph Marx: Der Afrikareisende Georg Schweinfurth und der Kannibalismus. Überlegungen zur Bewältigung der Begegnung mit fremden Kulturen. In: Wiener Ethnologische Blätter 34, 1989, S. 69–97.