Francesco FuschiniDon Francesco Fuschini (San Biagio d'Argenta, 4 luglio 1914 – Ravenna, 27 dicembre 2006) è stato un presbitero e scrittore italiano. BiografiaFiglio unico di un fiocinino (cioè un pescatore di frodo di anguille con la fiocina) e di una sarta delle Valli di Comacchio, cresciuto in un paese agricolo toccato dal Reno e chiamato anche "il borgo di Lenin",[1] Francesco Fuschini, dopo le scuole di Avviamento ad Argenta, decide di entrare in seminario per caso: durante un'estate fa amicizia con un ragazzo, figlio di contadini veneti che lavorano un podere poco distante dalle Valli di Comacchio, il quale studia nel seminario di Ravenna. I suoi genitori vengono convinti a mandarlo in seminario dal parroco don Amadio, che li rassicura: “Se ci vuole andare lasciatelo. Non abbiate paura che diventi prete, non è mai successo che un fiocinino diventi prete…”. In seminario a don Fuschini nasce non solo la passione per la fede[2] ma anche la passione dello scrivere. Cerca inizialmente di farlo di nascosto, ma viene scoperto. Quando l'arcivescovo di Ravenna, Lega, legge i suoi componimenti, dopo averlo richiamato con la famosa frase in dialetto romagnolo: “T'scriv coma Dio, parchè t'à né testa né coda” (scrivi come Dio, perché non hai né principio né fine), gli dà - seppure non subito - il permesso di continuare. Aveva capito il “sacro fuoco” che animava quel giovane seminarista. Ordinato sacerdote, nel 1945 viene assegnato come cappellano alla parrocchia di San Biagio (Ravenna città) e l'anno seguente alla parrocchia di Porto Fuori, frazione di Ravenna (1º dicembre 1946). La chiesa parrocchiale, intitolata a Santa Maria ed esistente sin dall'anno Mille, era stata distrutta completamente da due bombardamenti alleati (31 ottobre e 5 novembre 1944). Mentre la chiesa viene ricostruita (i lavori terminano nel 1952), don Fuschini alterna fin dall'inizio l'attività pastorale con l'impegno politico: nei primi anni Cinquanta è uno di quei “preti volanti” che, quasi sempre in abiti borghesi, sono mandati in giro per la Romagna rossa e anticlericale a fare comizi, a sostegno dei Comitati civici e della Democrazia Cristiana. Ma, più della politica, la sua passione civile rimane la scrittura. Le sue collaborazioni sono numerose:
Protagonisti dei suoi articoli erano soprattutto la Romagna e la sua gente, la sua parrocchia (anarchici compresi), il cane Pirro,[3] le sue memorie di vita. Fuschini fu parroco a Porto Fuori per tutta la sua attività pastorale. Lasciò la parrocchia per limiti d'età nell'aprile 1982. Francesco Fuschini è sepolto nel cimitero del suo paese natale, San Biagio d'Argenta. OpereFrancesco Fuschini ha pubblicato otto libri, dal 1978 al 1995, molti dei quali sono stati rieditati. I volumi in realtà non sono opere originali, ma antologie di articoli, spesso veri e propri racconti dal sapore squisitamente letterario, apparsi sui quotidiani coi quali Fuschini collaborava. Le opere di Fuschini sono state curate da Walter Della Monica, pubblicista e direttore del Centro Relazioni Culturali di Ravenna.
Premi e riconoscimenti
IntitolazioniIl Comune di Ravenna ha intitolato a don Fuschini il tratto di via Stradone fra la rotonda della Solidarietà e la via Argine sinistro Fiumi Uniti. Note
Bibliografia
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