Elia Lombardini

Ritratto di Elia lombardini datato 1878

Elia Lombardini (La Broque, 11 aprile 1794Milano, 19 dicembre 1878) è stato un ingegnere italiano.[1]

Biografia

Nonostante la precoce morte del padre, cremonese, che lasciò la famiglia in gravi difficoltà economiche, Lombardini si iscrisse all'Università degli Studi di Pavia nel 1813 seguendo il curriculum di studi matematici, laureandosi però presso l'Università di Bologna come allievo di Giuseppe Venturoli. Poco dopo ottenne un incarico come aiuto-ingegnere presso il Consorzio degli arginisti cremonesi e, nel 1839 si trasferì a Milano dove svolse le funzioni di ispettore aggiunto per le Acque e divenne membro del Regio Istituto Lombardo di Scienze, Lettere ed Arti, divenendo inoltre amico di Carlo Cattaneo.[2][3]

Divenuto direttore generale dei lavori pubblici in Lombardia, non poté partecipare all'insurrezione di Milano del 1848 a causa di una malattia contratta durante una missione nel Ducato di Modena. Dalla lunga malattia non si riprese mai completamente e nel 1856 ottenne di essere collocato in anticipo a riposo anche per proseguire gli studi di ingegneria a cui non si era mai potuto completamente dedicare come avrebbe voluto. Lo stesso anno l'Impero austriaco gli conferì l'onorificenza dell'Ordine Imperiale della Corona di Ferro.[2]

Nel 1860 venne nominato senatore del Regno d'Italia, tuttavia per motivi di salute non partecipò mai alle sedute.[2]

Opere

L'arginamento del Po ed il bonificamento delle laterali pianure (1876)

Note

  1. ^ Enciclopedia Italiana.
  2. ^ a b c Mario Di Fidio, Claudio Gandolfi, Elia Lombardini (1794-1878) (PDF), in Idraulici italiani, Milano, Fondazione BEIC, 2014, pp. 379-393. URL consultato il 20 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 4 agosto 2021).
  3. ^ Rinaldo Caddeo, Elia Lombardini. In: Epistolario di Carlo Cattaneo. Gaspero Barbèra Editore, Firenze 1949, pp. 128, 135, 147, 148, 171, 420, 435.

Bibliografia

  • Rinaldo Caddeo, Elia Lombardini. In: Epistolario di Carlo Cattaneo. Gaspero Barbèra Editore, Firenze 1949, pp. 128, 135, 147, 148, 171, 420, 435.

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