Edmond Y. Farhat

Edmond Y. Farhat
arcivescovo della Chiesa maronita
In libro gaudium
 
Incarichi ricoperti
 
Nato20 maggio 1933 ad Ain Kfaa
Ordinato presbitero28 marzo 1959 dal patriarca Pierre-Paul Méouchi (poi cardinale)
Nominato arcivescovo26 agosto 1989 da papa Giovanni Paolo II
Consacrato arcivescovo20 ottobre 1989 da papa Giovanni Paolo II
Deceduto17 dicembre 2016 (83 anni) a Roma
 

Edmond Y. Farhat (Ain Kfaa, 20 maggio 1933Roma, 17 dicembre 2016) è stato un arcivescovo cattolico libanese della Chiesa maronita.

Biografia

Monsignor Edmond Y. Farhat nacque ad Ain Kfaa il 20 maggio 1933.

Formazione e ministero sacerdotale

Il 28 marzo 1959 fu ordinato presbitero dal patriarca Pierre-Paul Méouchi. Studiò teologia, filosofia e diritto canonico a Parigi e Roma. Concluse gli studi per il dottorato in teologia biblica con una tesi intitolata "La sainteté dans les manuscrits de Qumran". Dal 1962 al 1971 fu il responsabile del programma arabo della Radio Vaticana e dal 1965 al 1967 officiale della Congregazione per la dottrina della fede. Dal 1967 fu officiale del Sinodo dei vescovi, mentre dal 1984 al 1989 ne fu sottosegretario. Dal 1970 al 1989 lavorò anche come professore di diritto islamico all'Università degli Studi di Sassari. Il 26 febbraio 1971 papa Paolo VI lo nominò cappellano di Sua Santità.[1] Il 25 novembre 1983 papa Giovanni Paolo II lo nominò prelato d'onore di Sua Santità.[2]

Ministero episcopale

Il 26 agosto 1989 papa Giovanni Paolo II lo nominò arcivescovo titolare di Biblo, pro-nunzio apostolico in Algeria e Tunisia e delegato apostolico in Libia. Ricevette l'ordinazione episcopale il 20 ottobre successivo dallo stesso pontefice, coconsacranti gli arcivescovi Edward Idris Cassidy, sostituto per gli affari generali alla Segreteria di Stato, e Francesco Colasuonno, nunzio apostolico in Polonia. In Libia soleva visitare il leader del paese Muʿammar Gheddafi anche due volte al mese, giocando un ruolo importante nel riavvicinamento del dittatore all'Occidente.

Il 26 luglio 1995 venne nominato nunzio apostolico in Macedonia e Slovenia. In Macedonia lavorò come mediatore nell'allacciamento delle relazioni diplomatiche tra il Sovrano militare ordine di Malta e la giovane Repubblica.[3]

L'11 dicembre 2001 venne trasferito alla nunziatura in Turchia e Turkmenistan. Durante il suo mandato si espresse a favore dell'adesione della Turchia all'Unione europea, chiedendo però a essa di conformarsi ai principi della libertà di religione.[4] In Turchia infatti gli atti di violenza e le minacce di morte contro i cristiani sono numerosi e la repressione degli intellettuali cristiani è piuttosto comune.[5]

Il 26 luglio 2005 papa Benedetto XVI lo nominò nunzio apostolico in Austria.

Il 14 gennaio 2009 papa Benedetto XVI accettò la sua rinuncia all'incarico per raggiunti limiti di età. Il 22 dicembre successivo lo stesso pontefice lo nominò membro della Congregazione delle cause dei santi.[6] Monsignor Farhat era considerato esperto della situazione del Medio Oriente e partecipò all'assemblea speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei vescovi del 2010.

Morì a Roma il 17 dicembre 2016 dopo lunga malattia all’età di 83 anni.[7] Le esequie si tennero il 19 dicembre all'altare della Cattedra della basilica di San Pietro in Vaticano e furono presiedute dal cardinale Angelo Comastri.[8] È sepolto nel cimitero di Ain Kfaa. Il 15 gennaio 2017 il cardinale Pietro Parolin celebrò una solenne messa in suo suffragio nella chiesa di San Marone a Roma. Concelebrarono gli arcivescovi Piero Marini e Agostino Marchetto e il vescovo François Eid.

Genealogia episcopale e successione apostolica

La genealogia episcopale è:

La successione apostolica è:

Opere

  • Gerusalemme nei documenti Pontifici dal 1887 al 1984. Libreria Editrice Vaticana, Roma, 1987, ISBN 88-209-1664-9.
  • Quando i papi pregano, Vivereln, 1998.
  • Il Vaticano. I suoi significati e suoi monumenti. Libreria Editrice Vaticana, Roma, 2015.
  • Il mio cammino con il Sinodo dei vescovi. Ricordi e considerazioni. Libreria Editrice Vaticana, Roma, 2016.

Onorificenze

Grande Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria
«Su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri»
— 2 giugno 2008[10]

Note

  1. ^ Annuario Pontificio per l'anno 1982, Città del Vaticano 1982, S. 1780.
  2. ^ Annuario Pontificio per l'anno 1987, Città del Vaticano 1987, S. 1851.
  3. ^ Edmond Farhat neuer Apostolischer Nuntius, su wiev1.orf.at.
  4. ^ Die Zukunft der Christen im Nahen Osten, su kath.net.
  5. ^ de.radiovaticana.va. URL consultato il 18 ottobre 2017 (archiviato dall'url originale il 9 marzo 2020).
  6. ^ RINUNCE E NOMINE, su press.vatican.va.
  7. ^ https://www.kathpress.at/goto/meldung/1453465/frueherer-nuntius-farhat-gestorben
  8. ^ Morto il nunzio Farhat. Il suo libro testamento sul Sinodo dei vescovi, in Faro di Roma, Roma, 18 dicembre 2016. URL consultato il 18 dicembre 2016.
  9. ^ parlament.gv.at
  10. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
  11. ^ OB em. Nuntius Erzbischof Dr. Edmond Farhat verstorben, auf OESSH, abgerufen am 23 dicembre 2016

Collegamenti esterni

Predecessore Sottosegretario del Sinodo dei Vescovi Successore
- 18 gennaio 1984 – 26 agosto 1989 ?

Predecessore Vescovo titolare di Biblo
(titolo personale di arcivescovo)
Successore
Stéphane-Émile-Alfred Desmazières 26 agosto 1989 – 17 dicembre 2016 sede vacante

Predecessore Pro-nunzio apostolico in Algeria e Tunisia Successore
Giovanni De Andrea 26 agosto 1989 – 26 luglio 1995 Antonio Sozzo
(nunzio apostolico)

Predecessore Delegato apostolico in Libia Successore
Giovanni De Andrea 26 agosto 1989 – 26 luglio 1995 Antonio Sozzo

Predecessore Nunzio apostolico in Macedonia Successore
- 26 luglio 1995 – 11 dicembre 2001 Marian Oles

Predecessore Nunzio apostolico in Slovenia Successore
Pier Luigi Celata 26 luglio 1995 – 11 dicembre 2001 Marian Oles

Predecessore Nunzio apostolico in Turchia e Turkmenistan Successore
Luigi Conti 11 dicembre 2001 – 26 luglio 2005 Antonio Lucibello

Predecessore Nunzio apostolico in Austria Successore
Giorgio Zur 26 luglio 2005 – 14 gennaio 2009 Peter Stephan Zurbriggen
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