Comédie-balletCon il termine comédie-ballet furono inizialmente definite in Francia, nella seconda metà del ‘600, le commedie teatrali che venivano rappresentate con intermezzi musicali e coreografici, più o meno integrati con il resto della trama. Storia e caratteristicheIl primo esempio del genere può essere considerato Les fâcheux, lavoro di Molière rappresentato, in onore del re di Francia, al castello di Vaux-le-Vicomte, residenza di Nicolas Fouquet, nel 1661, con musiche di Jean-Baptiste Lully, oltre che del grande coreografo e suo collaboratore, Pierre Beauchamp. La comédie-ballet avrebbe poi visto numerosi ulteriori esempi, nati sempre dalla collaborazione tra i tre, i quali sarebbero culminati nel capolavoro del genere, Le Bourgeois Gentilhomme, nel 1670, e nello spettacolare allestimento, l'anno successivo, della tragicomédie et ballet, Psyché, la quale andava ben al di là dei precedenti per la sua grandiosità.[1]. Dopo la rottura con Lully, Molière si rivolse a Marc-Antoine Charpentier e la collaborazione tra i due, ancora con il concorso coreografico di Beauchamp, si concluse nella “Comédie Melée de Musique, & de Danse”, “Le malade immaginaire”, nel corso delle cui rappresentazioni al Palais-Royal nel 1673, Molière ebbe un malore in scena a cui seguì poco dopo la morte. Nel XVIII secolo il genere in quanto tale venne quasi completamente superato, ma lasciò una notevole eredità nell'usanza a lungo rimasta viva nel teatro francese, del largo utilizzo di musiche di scena (anche cantate). Un esempio tardo di vera e propria comédie-ballet (anche se con tematiche interne più simili a quelle della tragédie lyrique) è dato da La princesse de Navarre, di Voltaire, che fu rappresentata, appunto come comédie-ballet, a Versailles il 23 febbraio 1745: la rappresentazione era articolata in un prologo e tre atti, con l'aggiunta di una ouverture e di tre divertissements musicali, uno per atto, composti da Jean Philippe Rameau, con pezzi vocali anche notevolmente difficoltosi, tra cui un impegnativo duetto tra hautes-contre[2]. Comédie-ballet e comédie lyriqueAnche se gli studiosi tendono a restringere l'uso del termine al significato descritto nella precedente sezione, nel XVIII secolo alcuni autori lo utilizzarono anche per caratterizzare lavori di tipo diverso: in particolare opere comiche, di solito in tre o quattro atti, senza dialoghi parlati, le quali, in quanto fornite di una trama unitaria e di interpreti principali unici durante tutto lo svolgimento, nonché spesso di maggiori tratti umoristici e satirici, si differenziavano anche dall'opéra-ballet, e possono essere sostanzialmente ricondotte al genere della comédie lyrique. Comédies-ballets, in questa accezione, furono definite, ad esempio, Le Carnaval et la Folie di André Cardinal Destouches (1703) e La vénitienne di Antoine Dauvergne (1768), tarda riscrittura dell'omonimo ballet di Michel de la Barre andato in scena nel 1705. Un esempio opposto dell'uso del termine di "comédie-lyrique" per una sorta di reviviscenza moderna della comédie-ballet, è dato da Le piège de Méduse di Erik Satie, del 1913: si tratta in effetti di un pezzo teatrale in un atto con sette brevi danze composte originariamente per pianoforte. Elenco di comédies-balletsMolière-Lully-Beauchamp
Molière-Charpentier-Beauchamp
Voltaire-Rameau
Note
Bibliografia
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