16P/Brooks

16P/Brooks
La frammentazione del nucleo della cometa Brooks 2, disegnata da E. E. Barnard nell'agosto del 1889
Scoperta7 luglio 1889
ScopritoriWilliam R. Brooks
ClassificazioneCometa
Designazioni
alternative
1889 V; 1896 VI;
1903 V; 1911 I;
1925 IX; 1932 VIII;
1939 VII; 1946 IV;
1953 V; 1960 VI;
1974 I; 1980 IX;
1987 XXIV; 1994 XXIII
Parametri orbitali
(all'epoca 2460000,5
25 febbraio 2023[1])
Semiasse maggiore3,659 UA
Perielio1,879 UA
Afelio5,439 UA
Periodo orbitale6,999 anni
Inclinazione orbitale3,011°
Eccentricità0,486
Longitudine del
nodo ascendente
159,34301740446°
Ultimo perielio18 aprile 2021
Prossimo perielio23 aprile 2028[2]
Dati osservativi
Magnitudine app.
  • 8 (max)
Magnitudine ass.12,2

La cometa Brooks 2, formalmente 16P/Brooks, è una cometa periodica del Sistema solare, appartenente alla famiglia delle comete gioviane [3] e scoperta il 7 luglio 1889 da William Robert Brooks dall'osservatorio di Geneva, New York[4].

Al momento della scoperta, Brooks non riuscì a rilevare alcun moto; solo la mattina seguente poté confermare la scoperta, avendo rilevato uno spostamento verso nord. Il 1º agosto 1889 E. E. Barnard scoprì due frammenti della cometa, identificati come "B" e "C" posizionati ad 1 e 4,5 minuti d'arco di distanza dal nucleo principale. Il 2 agosto, ne individuò altri quattro o cinque, che però non erano più visibili il giorno seguente. Il 4 agosto, osservò altri due oggetti, identificati con "D" ed "E". "E" scomparve dalla notte seguente, mentre "D" nella successiva settimana. A metà mese, "B" aumentò in luminosità ed infine s'affievolì, scomparendo all'inizio di settembre. "C" sopravvisse fino a metà novembre 1889. Nessun nuovo frammento fu scoperto prima del termine dell'apparizione, il 13 gennaio 1891[5].

Si ritiene che la frammentazione del nucleo cometario sia stata causata da un incontro ravvicinato con Giove, avvenuto nel 1886 a sole 0,001 UA dal pianeta, all'interno dell'orbita di Io, dove sembra che la cometa sia rimasta per due giorni.

Nelle apparizioni seguenti la cometa non ha più raggiunto la luminosità manifestata al momento della sua scoperta, corrispondente all'ottava magnitudine, ma si è sempre mantenuta più debole di almeno due magnitudini. Nessun frammento è stato più osservato dal 1889[5].

Note

Collegamenti esterni

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